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L’Oculistica dell’AO AL è tra i pochi centri in Italia a praticare questa innovativa tecnica di cura

Quando un bambino nasce prematuro tutti gli apparati e gli organi sono ancora in via di sviluppo, compresa la retina che presenta una vascolarizzazione ancora embrionale. È il caso di due gemellini di 800 grammi nati alla 25° settimana di gravidanza e affetti da una gravissima forma di retinopatia del bambino pretermine (ROP). Si tratta di una malattia che colpisce la retina del neonato prematuro e attualmente rappresenta la prima causa di cecità infantile nei Paesi occidentali, complicata dalla prematurità del paziente e dalla rapidità di evoluzione. Proprio per questo motivo, una volta raggiunta la soglia del trattamento, è necessario intervenire con il laser per evitare che la patologia si aggravi con il distacco della retina fino alla compromissione della vista. La frequenza e la gravità della ROP sono tanto maggiori quanto minore è l’età gestazionale e il peso alla nascita, ma lo sviluppo tecnologico raggiunto in questo ambito oggi permette la sopravvivenza anche di bambini nati al sesto mese.

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria è all’avanguardia nell’assistenza a bambini estremamente prematuri grazie al lavoro sinergico di estrema qualità tra la Terapia Intensiva Neonatale e l’Oculistica che fa parte del Gruppo di Studio Italiano per la ROP. Nello specifico gli oculisti dell’Azienda Ospedaliera sottopongono ogni settimana i neonati prematuri a visite di screening in incubatrice e monitorano lo sviluppo della retina per individuare precocemente la malattia.

I due gemellini, però, a causa dell’estrema prematurità, presentavano una forma molto aggressiva di ROP non rispondente al laser. È stato quindi necessario ricorrere a un’innovativa tecnica di cura: la terapia intravitreale. L’Azienda Ospedaliera di Alessandria è tra i pochi ospedali in Italia, il primo in Piemonte, a praticare questa nuova opzione terapeutica, oggetto dello studio mondiale Rainbow a cui ha preso parte l’Oculistica di Alessandria. I neonati sono quindi stati trasportati in sala operatoria e sottoposti ad un’iniezione intraoculare di farmaci antiangiogeni, con immediata scomparsa della vascolarizzazione patologica e della vascolarizzazione embrionale del cristallino. A distanza di alcuni mesi, una volta migliorate le condizioni generali e oculari, i bambini hanno subito anche il trattamento laser al fine di stabilizzare il quadro clinico. Ora i gemellini, dopo mesi di ricovero, sono finalmente a casa e proseguono il percorso di crescita in un ambiente familiare, con la retina perfettamente aderente.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"