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Sembra proprio l’anno giusto dell’Alessandria. Quando perde, perdono anche gli altri; quando vince, le rivali fanno a gara a chi sbaglia di più. Risultato: il vantaggio aumenta.
Ora è +8 sulla seconda, che è l’Arezzo (5 vittorie di fila), mentre la Cremonese è a -9 e il Livorno a -10. E’ lo stesso vantaggio di fine andata, ma sono passate 5 giornate: l’Alessandria ha perso due volte senza danni. Per non dire della sfortuna del Livorno (due difensori e due attaccanti rotti, stagione finita per loro) o dei ‘suicidi’ sul campo della Cremonese, che perde partite già vinte e pareggia in casa contro formazioni mediocri rischiando l’inverosimile. Alla fine l’Alessandria è la squadra più solida, più continua, più determinata, più fortunata, e la classifica lo sintetizza.

Ieri, contro il Piacenza, all’11’ traversa di Taugourdeau, sulla respinta salvataggio in extremis. Poi l’infortunio a Gonzalez (20’, leggera distorsione al ginocchio) sembrava complicare tutto, e invece la forza mentale del gruppo e la vena inesauribile di Cazzola e Sestu hanno trascinato i grigi verso i 3 punti. La vittoria è meritatissima, firmata al 65’ da un bellissimo colpo di testa di Bocalon (foto Frisina), che ha girato in rete un cross ‘morbido’ di Branca.
Il bomber grigio ha avuto 4 occasioni, ma tutta la squadra ha giocato una partita gagliarda, creando molte palle-gol, tanto da far dire a mister Braglia “una buona prestazione contro un avversario difficile su un terreno difficile. Bocalon in area di rigore non ha nulla da imparare, quello che passa di lì è roba sua. Per noi Gonzalez è importante, anche i muri lo sanno, ma ci sono dei ragazzi che finora hanno lavorato stando zitti, come Fischnaller, che lo ha sostituito bene e ha corso tantissimo. Io mi fido di questo ragazzi, di chi mi ha portato quassù, e ci penso 6 volte prima di sostituirli. Non una, ma sei. Quindi chi è arrivato sa che è stato preso perché è bravo e che verrà il suo turno, ma tutti sanno che sono arrivati in una squadra che è prima in classifica e si devono adeguare. Lo spogliatoio ha già fatto capire come si ragiona qui”.  Messaggio indirizzato ai giovani ’94 e ’95, tutti in panchina, mentre nel finale (78’) ha fatto il suo esordio in grigio Evacuo, parso forse un po’ indietro di forma, ma sicuramente utilissimo ora che il ‘cartero’ argentino si è infortunato.

Sereno e rassegnato è parso l’allenatore del Piacenza, Franzini, che ha riconosciuto la superiorità dei grigi, definiti “la squadra più forte di tutta la Lega Pro”. Lo pensano in tanti, fra gli addetti ai lavori, e nella sala stampa del ‘Moccagatta’ è il settimo tecnico avversario che lo riconosce e che dice “fate tutti gli scongiuri che volete, ma questa è una squadra costruita per vincere che arriverà dove vuole”.
Per l’occasione Franzini ha pure presentato un nuovo modulo, il 5-3-2, proprio per contrastare la corazzata mandrogna. E c’è riuscito bene, soprattutto nel primo tempo, ma poi la qualità superiore e l’abnegazione dei grigi hanno fatto la differenza.

Un capitolo a parte merita il rigore negato all’Alessandria: al 51′, dopo una punizione di Iocolano respinta dalla difesa, Branca si avventa sulla seconda palla e calcia fortissimo. Fra l’area piccola e il dischetto il tunisino Saber Hraiech si tuffa verso sinistra e ‘para’, simulando poi, da terra, la pallonata in faccia. Proteste veementi dei grigi (ammonito Branca) ma nemmeno il replay TV chiariva la cosa. Solo un filmato amatoriale girato dietro la porta e circolato nel post-gara mostrava in maniera evidente il fallo del tunisino. Rigore e ‘rosso’, errore grave dell’arbitro, che però, e qui la TV aiuta, era coperto. Non poteva vedere, così come l’assistente. Ragione di più per insistere e accelerare sull’introduzione della VAR.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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