Alleati contro il tumore al seno: il ruolo del radioterapista

 

Lo scopo della terapia, nel tumore della mammella, è quello di sterilizzare i microscopici focolai eventualmente presenti nella ghiandola residua, nel tessuto cutaneo e sottocutaneo o nei linfonodi vicini per ridurre le recidive loco-regionali”.

Spiega così Paola Franzone, Direttore di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, il ruolo del radioterapista all’interno del percorso di cura della donna. La Radioterapia, più in generale, infatti, si serve di radiazioni di alta energia che hanno l’effetto di distruggere le cellule tumorali nell’area irradiata, danneggiandone il DNA e bloccandone la possibilità di replicarsi. “La maggior parte delle pazienti viene sottoposta a radioterapia, nelle forme iniziali, dopo un intervento chirurgico conservativo. – spiega la Dr.ssa Franzone – In alcuni casi la radioterapia viene effettuata dopo mastectomia che viene applicata solo quando il tumore è di grosse dimensioni o vi sono fattori prognostici sfavorevoli, come linfonodi positivi ed elevata cinetica cellulare”.

L’inizio della terapia avviene solitamente dopo 1-2 mesi dalla chirurgia o al termine dell’eventuale chemioterapia post- operatoria: di norma il trattamento viene effettuato in diverse sedute, dette frazioni, solitamente una al giorno per 5 giorni a settimana, con una pausa il sabato e la domenica, per un totale di 15-20 frazioni. “La ripartizione in frazioni – prosegue – ha lo scopo di danneggiare il meno possibile le cellule normali rispetto a quelle tumorali. Un’applicazione dura circa 10-15 minuti e durante l’esecuzione della stessa non si percepisce nulla, né dolore, né sensazioni particolari”.

È importante sottolineare come la radioterapia costituisca un trattamento personalizzato: il piano di cura deve essere quindi progettato sulle caratteristiche anatomiche della paziente ed è per questo che è necessario individuare in modo preciso le parti da trattare e le parti da evitare, ovvero gli organi sani. “Per avere queste informazioni – termina la Dr.ssa Franzone – si esegue una TAC di centratura allo scopo di preparare adeguatamente il trattamento. Sulla base delle immagini ottenute con questa procedura, il medico e il fisico individuano poi il piano di cura, cioè la modalità di irradiazione più adeguata al paziente”.

Si ricorda che la campagna “Alleati contro il tumore al seno”, promossa dall’Ospedale di Alessandria insieme alla Diocesi di Alessandria, ha il duplice obiettivo di sensibilizzare sul tema della prevenzione in materia di tumore mammario, presentando le attività dell’Azienda e il tema di professionisti che segue la donna in un percorso a 360°, e di sostenere il progetto della Fondazione Solidal a sostegno della ricerca sul tumore al seno attraverso la raccolta e lo stoccaggio di campioni: tutti i fondi raccolti andranno infatti a finanziare una borsa di studio per un data manager dedicata alla Biobanca dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria per questa tematica. Chi lo desidera, può quindi contribuire al sostegno della ricerca con una piccola donazione: https://www.paypal.com/donate?hosted_button_id=LFA8FMANF66DY

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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