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Donne sulle scope, alberi illuminati ed addobbati, vischio, ceppi e bacche celebrano un antico culto

Il muschio considerato una pianta magica che arriva dal cielo

Albero, addobbi, luci colorate, vischio, muschio, la Befana: questi gli elementi principali delle festività natalizie. Ma quali significati si nascondono dietro ad essi?
La tradizione dell’albero di Natale ha origini molto antiche ed indoeuropee. Molti sono gli alberi che si rifanno alle mitologie legate alla nascita dell’uomo. Infatti, nella storia indiana si trovano Kalpadruma o Kalpavriksha; tra i persiani, invece, Haoma; mentre, tra gli scandinavi ed i sassoni, ritroviamo Yggdrasill e Irminsul, tutti riferimenti a divinità maschili. Data la simbiosi tra l’albero e le divinità maschili, si potrebbe sostenere che la venerazione dell’albero nasce come rappresentazione dell’elemento fallico e, di conseguenza, della potenza generatrice del dio maschile.
Se l’albero è una dimora divina, come metafora ai rituali di mietitura, esso doveva essere abbattuto o bruciato. In tal modo, lo spirito silvestre, quindi la fertilità, poteva fuoriuscire. Qui nasce la tradizione dell’accensione dei fuochi e dell’albero di Natale.
Anche il muschio natalizio è legato alla tradizione arborea ed è considerato una pianta magica per la sua origine. Esso, infatti, non nasce dal terreno, ma sui tronchi delle querce, dei pioppi e dei meli, come se arrivasse dal cielo. Le sue bacche, inoltre, proprio come per gli essere umani, si sviluppano in nove mesi e si raggruppano in numero di tre, sacro in tantissime culture da tempi immemori.
Simbolo di prosperità, ad esso è legata la tradizione del “bacio sotto al vischio”. Si narra, infatti, che l’atto sia di buon auspicio. La leggenda deriva da antiche conoscenze druidiche, che vedono nel vischio una pianta in grado di portare fecondità, grazie alle sue bacche che, schiacciate, producono un liquido simile al “seme” maschile.
Un’altra figura appartenente alla tradizione natalizia è la Befana. Chiamata in molti modi differenti, essa distribuisce i doni ed il carbone ai bambini, ponendo i regali in vecchie calze che, dalla forma, ricordano la cornucopia, il corno dell’abbondanza. Anche la scopa della Befana è legata ad un significato simbolico. Strumento incantato che ricorda una bacchetta magica, essa è legata all’albero, ma è anche un sinonimo di fertilità, in quanto simbolo del dio Priapo, divinità greca e romana noto per la lunghezza del suo pene.
Donne sulle scope, alberi illuminati ed addobbati, vischio, ceppi e bacche permettono di rivivere, seppur per pochi giorni all’anno, antiche tradizioni di un culto e di una tradizione troppo spesso dimenticati: la foresta.

 

Giada Guzzon

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