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“Caro Babbo Natale, quest’anno sono stato abbastanza bravo…”
Decantare la propria annuale condotta è il punto di partenza della maggior parte dei bambini che, nella speranza di poter ricevere i regali tanto desiderati, tentano di addolcire l’animo già blando del papà del Natale: i bambini di ieri, appartenenti ad un’epoca differente per progressi tecnologici ed educazione, erano, forse, più giudiziosi e meno esigenti sul tema dei regali.
Prendiamo come riferimento gli anni ’70. Il mercato offriva differenti tipologie di giochi. Tra i più richiesti troviamo: “Il Dolce Forno”, “Barbie”, gadget di “Ufo Robot” e il trenino. I più fortunati avevano maggiori possibilità di ricevere i giocattoli più in voga, ma, figli di un’epoca di maggiore coscienza, molti bambini, consapevoli della precaria situazione familiare, avevano richieste molto più umili.
Non mancava chi desiderava un mazzo di carte, un diario segreto, un’armonica, un cappello da cow-boy, o chi rinunciava al proprio regalo per rendere felici le sorelle ed i fratelli più piccoli. Al giorno d’oggi le richieste sono suscettibili all’incalzante progresso tecnologico e, spesso, si palesano in videogiochi e cellulari, ma è bene ricordare che i bambini esistono ancora.
Bambini che desiderano regali semplici: bambole, pupazzi, giochi da tavolo, Lego. Giochi che ancora esistono, spesso educativi, che ricordano quelli delle generazioni passate: giochi che non conoscono tempo.

Giada Guzzon

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