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Ieri pomeriggio, nell’Istituto d’Istruzione Superiore Saluzzo-Plana, si è tenuto un laboratorio filosofico e di P4C per insegnanti. Coinvolti da Antonio Cosentino, quest’ultimi si sono disposti a cerchio intorno ad una lavagna. Dopo le presentazioni, è iniziata la sessione.

È stata fatta notare la posizione circolare della serie, il cosiddetto “setting”, di cui fanno parte anche la voce, i comportamenti, i contenuti. Il cerchio è una metafora: rappresenta una piazza, un posto capace di rendere partecipe tutti i presenti. Riconoscere il “setting”, diventa, in questo modo, uno strumento didattico essenziale, da saper utilizzare.

Roberta Ravazzoni ha succesivamente distribuito una fotocopia di una storia, con scopo didattico, letta a turno. Perché questo metodo di lettura? Lo scopo è quello di mantenere viva l’attenzione e rendere il gruppo interamente partecipe. Il testo, basato sulla concezione di essere e di apparire, ha suscitato tra gli insegnati molti pareri. Vengono poste alcune domande. Il momento delle domande serve a dare a ciascuno uno spazio personale. In questo caso sono state poste a gruppi,in modo, secondo la Philosophy for Children, di aiutare anche i bambini più timidi o introversi. Lo scopo è dare voce a tutti.

Successivamente, gli insegnanti sono stati spinti a scegliere un nuovo argomento, esattamente come se fossero in una classe. Il tema proposto è stato l’accoglienza, verso sè stessi e gli altri, argomento non presente nella storia precedente. Diversi interventi hanno dato luogo a vari pensieri al riguardo. L’accoglienza è formata da un soggetto che accoglie ed un oggetto accolto. All’interno del contesto educativo l’accoglienza deve essere considerata positivamente, come primo passo per il rapporto fra studenti ed insegnati. Il fine è quindi quello di educare, creare e formare. Il ruolo dell’educatore è cambiato e si è evoluto, grazie ad un graduale ampliamento della propria consapevolezza. Generalmente, non è semplice saper accogliere qualcuno, anzi, è un percorso che dovrebbe essere insegnato.

Antonio Cosentino ha affermato che P4C, come progetto educativo basato sulla pratica del filosofare, ha una vasta condivisione di contenuti. Il laboratorio è terminato con un’autovalutazione.

Cristina Gulì

 

Foto di Alessia Gabriele

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