Veduta esterna del carcere di Vercelli (foto Ministero Giustizia)

Non c’è pace nel carcere di Vercelli, dove domenica ieri si è verificata una violenta aggressione ad un Agente in servizio. A dare la notizia, come quasi sempre, è Vicente Santilli, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il sindacalista ha spiegato che un detenuto, al momento della chiusura celle, ha impedito che l’Agente di servizio svolgesse il suo compito, ostacolandolo e colpendolo, tanto da farlo cadere a terra: il collega, per fortuna, ha evitato di essere colpito dai calci del detenuto”.
Sempre Santilli ha voluto ricordare che, nel solo mese di ottobre, ci sono state in Piemonte ben 15 aggressioni contro poliziotti penitenziari e si sono resi necessari 8 interventi di supporto piscologico.

Dal SAPPE solidarietà all’Agente contuso

Taglienti le parole di Donato Capece, segretario generale di questo sindacato: “Ci si dovrebbe vergognare per come viene lasciato allo sbando il Personale di Polizia Penitenziaria, e invece non sembra fregare a nessuno. Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite, costretti a fare ore di straordinario per far fronte ai compiti istituzionali, senza gli strumenti utili a garantire loro l’incolumità fisica, come il taser”.

 

 

Capece poi sollecita ‘provvedimenti urgenti’ ricordando che, giovedì scorso, ha incontrato a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni: “Nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. Va infatti nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza, là dove prevede un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale durante la permanenza in carcere”.
Senza dimenticare l’apprezzamento per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja: esso  consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, di 1.940 detenuti albanesi oggi presenti nelle carceri italiane. 

Buone notizie, dunque. Almeno sulla carta. Speriamo divengano presto realtà. 

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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