ROMA (ITALPRESS) – “Credo che stavolta ci sia la volontà di concludere. Bisogna vedere però che cosa vuole fare Putin, la palla è nel campo della Russia. In ogni caso quella dei due presidenti faccia a faccia è un’immagine forte sotto vari punti di vista. Trasmette l’idea della centralità di Roma e dell’universalità della Chiesa. In più, sotto l’aspetto organizzativo, la Capitale ha dimostrato di avere un’efficienza straordinaria e se n’è accorto tutto il mondo. Mi sono arrivati molti messaggi di congratulazioni per la nostra capacità gestionale da parte di capi di Stato e di governo, di sovrani, di diplomatici”. Così, in una intervista al Messaggero, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito all’incontro tra Trump e Zelensky nella basilica di San Pietro.

“Le immagini sono importanti, ma non bastano quelle. C’è comunque ancora molto lavoro da fare, i fronti sono tanti: Ucraina, Medio Oriente, nucleare dell’Iran. Più le guerre dimenticate in Africa, soprattutto in Sudan e in Somalia dove i terroristi sono sempre più pericolosi. Il Corno d’Africa e l’Africa sub-sahariana vanno seguite con particolare attenzione. L’Italia è presenza militare nel Corno d’Africa, in Niger e in altre aree”.

Sull’incontro tra Trump e von der Leyen sull’Ucraina, prosegue così: “Sono ottimista. Sono convinto che si farà, è nel reciproco interesse dei due pilastri dell’Occidente. E Roma sarebbe una ottima scelta. Silvio Berlusconi diceva che l’Europa non può fare a meno dell’America e l’America non può fare a meno dell’Europa. Mi sembra che sia proprio così. Non so quando ci sarà. Stiamo lavorando. Noi ci occupiamo perché ci sia. Bisogna organizzare un vero vertice, non legato alla vicenda religiosa. Credo che Roma sia la sede più opportuna per l’incontro e noi stiamo lavorando in questo senso”.

Secondo Tajani “sono i russi che stanno perdendo tempo e forzando la mano. Noi sosteniamo la mediazione di Trump. Gli americani stanno facendo il possibile. Il loro problema, e anche il nostro, è che i russi continuano a bombardare. Dicono di voler trattare ma, al di là delle dichiarazioni, non stanno dando risposte concrete agli Stati Uniti e all’Europa”.

A proposito di Europa, oggi comincia il congresso del Ppe a Valencia: “Siamo la più grande famiglia politica in Europa, con oltre 80 partiti membri, 14 commissari europei più la presidente Von der Layen, e 188 membri del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles. Parleranno la presidente Von der Leyen, la presidente del Parlamento UE, Metsola, il cancelliere in pectore della Germania, Merz, il presidente del Ppe, Weber, io stesso e tanti altri. Il Ppe è il partito che dà stabilità al nostro continente. L’Europa dovrà essere protagonista di una rivoluzione pacifica, della quale noi siamo pienamente parte. Una rivoluzione istituzionale è necessaria, e serve per far compiere alla Ue passi in avanti per dare risposte concrete ai cittadini. Va tolto in fretta il criterio delle decisioni prese all’unanimità. Il discorso da fare è questo: la Germania, con un governo stabile, dovrà essere l’interlocutore privilegiato del nostro Paese. E il rapporto tra i partiti del Ppe italiani e tedeschi è sempre servito a rafforzare i rapporti tra Italia e Germania”.

– foto Ipa agency –
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