Ritorno alla normalità…anche per la maturità!

 

“Gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza”; così canta Antonello Venditti nell’intramontabile pezzo che, di questo periodo, si sente spesso risuonare tra i più giovani (e non): l’esame di maturità è infatti un momento indimenticabile, una emozione che si prova una sola volta nella vita ma che si ricorda per sempre, la prima “vera” prova che, concretamente, ci consente di fare un passo importante verso il mondo dei “grandi”.

Gli esami sono iniziati lunedì 22 giugno con gli scritti, in particolare con la prima prova di italiano; martedì si è svolta invece la seconda prova ed ora, come di consueto, si è in attesa per i calendari per lo svolgimento degli orali. Tutto questo sembra ovvio ma, in realtà, non lo è affatto: dopo due anni in cui la pandemia è riuscita a condizionare così tanto e così prepotentemente anche il sistema scolastico e la sua “normalità”, riappropriarsi pienamente anche di questa dimensione è una grande conquista e, paradossalmente (o almeno per alcuni potrebbe essere paradossale), è un sollievo aver potuto “godere” di questa esperienza nella sua più sincera e spesso tanto temuta normalità.

Va detto che sia per la difficile situazione che ha coinvolto il mondo intero sia, in generale, per il desiderio di un tentativo di “riforma” dello svolgimento dell’esame stesso, l’esame di maturità sembra esser diventato un mistero, trasformandosi di anno in anno e caricando studentesse e studenti di ansie ed incertezze maggiori.

Capiamo dunque quest’anno in cosa sta consistendo l’esame: “riconquistata” in toto la famosa e fatidica prima prova con le 7 tracce pubblicate dal Miur (particolare “successo” sembrerebbe aver riscosso una traccia di un testo argomentativo sui social e la iperconnessione); il giorno seguente si è svolta la seconda prova, diversa perché riguarda, come si sa, la materia di indirizzo scelta. Ormai dal 2019 è stata eliminata la terza prova, il famoso “quizzone” che da sempre era la prova più temuta di tutto l’esame e che consisteva in una serie di domande su determinate materie selezionate dal corpo docenti. Infine l’orale. Anche per quest’ultima prova si è proseguito sulla stessa lunghezza d’onda del 2019: viene selezionato un documento dalla commissione (si può trattare di un’opera d’arte, di un testo, di un problema di matematica…) e il candidato dovrà, al momento, dimostrare di saper creare collegamenti ed articolare un discorso che tocchi tutte le materie d’esame partendo proprio dal documento selezionato. Una sorta di tesina “improvvisata” e non preparata.

Un ritorno alla normalità dunque, anche per la maturità, c’è stato e soprattutto è stato fondamentale: molti giovani hanno confessato di essersi “disabituati” nel tempo alla scrittura a mano e, in generale, alla serietà di prove simili. Un altro dato da non sottovalutare è che finalmente le prove si sono svolte senza mascherine, ulteriore tangibile conferma di una ritrovata normalità.

Un esame dunque quello di quest’anno colmo di consapevolezze ancora maggiori: c’è la consapevolezza che sono stati affrontati e superati momenti difficili (non a caso tra l’altro le tracce invitano molto al ragionamento) e quindi, contemporaneamente, un forte senso di rinascita e ripartenza. C’è la voglia di crescere, di credere, di cambiare e di sperare. Questa volta di nuovo e finalmente senza limiti, barriere o restrizioni. E dunque, come dice Venditti, ancora: “Forse cambiati, certo un po’ diversi ma con la voglia ancora di cambiare.”

Ludovica Italiano

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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