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Dopo l’intervista sulle proposte di riconversione all’utilizzo di alcuni “contenitori” urbani come la Cittadella o l’ex caserma Valfré proseguiamo nell’affrontare insieme all’architetto Luca Zanon alcune tematiche grazie alla collaborazione di Pier Carlo Lava. Oggi parliamo di inquinamento da smog, dell’invasione della auto in alcune aree della città che “rubano” spazio al  commercio e di come potrebbe essere rivista piazza libertà (in foto una foto storica).

In Alessandria, anche considerando l’inquinamento record da PM10, si parla da decenni di piano della mobilità, Ztl, ecc, ma sinora non si è visto niente. Cosa ne pensi e se dipendesse da te come risolveresti il problema?

Partiamo da una mia certezza: io penso che il centro storico di Alessandria debba essere chiuso al traffico veicolare. Sono abbastanza drastico, lo so, ma non capisco come una città come la nostra, per la sua dimensione ma anche per la sua conformazione urbanistica, non abbia ancora istituito una seria ztl per il suo centro. Città simili ad Alessandria (Reggio Emilia, Parma, Mantova, Vicenza, Modena, Ferrara, …) hanno puntato sui centri storici chiusi alle auto, con benefici visibili (ambiente urbano vivibile, persone che vivono realmente la città, negozi che non hanno subito alcun tipo di contraccolpo economico, anzi) e da noi sono anni che ancora ne discutiamo.

Questo non vuol dire che, una volta istituita la ztl, il progetto complessivo sul traffico veicolare in città finisca. Si devono istituire dei parcheggi a corona (o meglio, potenziare quelli esistenti), in modo che chi arriva da fuori città possa lasciare l’auto e recarsi in centro; si devono potenziare i mezzi pubblici che permettono di raggiungere il centro anche dai parcheggi a corona sopra citati (mezzi pubblici “leggeri”, come piccoli bus o piccoli tram o filobus, sostenibili e poco rumorosi), si deve ripristinare il bike sharing (servizio utilissimo che, purtroppo, è stato chiuso perché insostenibile dal punto di vista economico).

E soprattutto, basta parlare di parcheggio sotterraneo in Piazza della Libertà (che senso ha riportare le auto nel fulcro cittadino?), e ben venga il parcheggio sotterraneo di Piazza Garibaldi, che si configurerebbe come un parcheggio a corona (ma attenzione a recuperare anche la piazza soprastante: nella proposta vincitrice del bando per la realizzazione del parcheggio sotterraneo di Piazza Garibaldi non c’era traccia di una benché minima sistemazione in superficie, per cui era stata prevista una orribile distesa di porfido e niente più; quanto di più lontano dal concetto di recupero di un luogo pubblico!).

Qual è la tua idea di piazza della città?

E’ assurdo come tutte le piazze storiche della nostra città siano destinate a parcheggio per le auto. Le piazze devono tornare ad essere dei cittadini, devono essere vissute, devono riconquistare il valore della piazza storica italiana, luogo di incontri, di scambi, di decisioni politiche, di mercato.

Quindi proviamo ad immaginarle senza auto, proviamo a pensare ad un arredo urbano rispettoso del contesto, pensiamo a del verde, in modo che diventino realmente dei luoghi di sosta.

Entrando nello specifico, in piazza della Libertà, in passato, c’era il mercato ora è invasa dalle auto, in piazza Garibaldi c’è una competizione fra le auto e il mercato e qui si pensa ad uno spostamento degli ambulanti per fare posto ad un parcheggio forse sotterraneo. Cosa ne pensi e se dovessi decidere tu cosa proporresti in merito?

Come detto in precedenza, dobbiamo ripensare integralmente le nostre piazze. Anche in questo caso, oltre ad una riqualificazione architettonica, dobbiamo sforzarci di riattivare la funzione sociale di questi luoghi. Sarò ripetitivo, ma il mix di funzioni è la soluzione: tempo fa Piazza della Libertà era principalmente il luogo delle istituzioni bancarie e degli uffici che attorno ad esse ruotavano. Il risultato era una piazza vissuta solo in determinate ore del giorno e da pochi cittadini. La risposta al degrado sociale può essere quella di incentivare l’insediamento di attività diversificate, agevolare la presenza di bar, dehor, ospitare eventi temporanei. Spostare il mercato in piazza della Libertà? Ben venga, il mercato è un incredibile calamita di socialità.

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