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Da una chat di genitori di una classe elementare:” Scusate mi sapete dire la pagina di compito di matematica…abbiamo scritto male il numero…grazie”, come se la mamma fosse stata a scuola tra i banchi.  Post su Facebook: ” Ore 20,30 tornata a casa dall’ultima riunione, dobbiamo fare tutti i compiti”. Padre di un alunno in negozio:” Devo andare, dobbiamo fare il riassunto”. Madri al supermercato: “Avete fatto storia? Noi dobbiamo ancora ripetere due capitoli”. E così via…

Signori genitori siete impazziti? I compiti si fanno da soli altrimenti non s’impara, al massimo si chiede aiuto una tantum per una difficoltà, se il bambino non ha scritto correttamente la pagina, deve risolvere il problema da solo, informarsi e chiedere.

L’uso di plurale maiestatis è preoccupante, l’identificazione di sé con il proprio figlio nuoce al figlio, farlo diventare l’alter ego di se stessi non lo farà mai crescere e poi non ci si lamenti se non sa studiare e da grande non vuole fare nulla.

Viene quasi da pensare che siano i genitori, i frustrati: vivono la vita dei propri figli perché non in grado di vivere la propria. Il bambino deve sbagliare e impegnarsi per superare gli ostacoli che trova altrimenti non saprà mai affrontare la vita da solo. La responsabilità si impara sul campo, trovando le soluzioni.

Genitori, fermate questo delirio collettivo, lasciate che i vostri figli vivano.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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