dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Durante Tele fisco 2021, Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha ipotizzato, a proposito della ventilata ipotesi di una nuova riforma fiscale, della possibile tassazione IRPEF per cassa. Ma cosa vuol dire tassare i contribuenti con il criterio di cassa? Vuol dire in poche ma importanti parole “Tassare ciò che resta nelle tasche dei contribuenti”, cioè non tassare quanto si presume sia rimasto nelle tasche dei contribuenti, ma al contrario ciò che i contribuenti hanno incassato veramente.

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini intervenendo come ospite a Tele fisco 2021 il famoso convegno che da anni si svolga verso la fine del mese di gennaio, convegno organizzato da Il Sole 24 Ore si è espresso anche sul tema della riforma fiscale, facendo l’importante precisazione di cui sopra e rimarcando ancora quanto sia importante partire dalla tassazione delle persone fisiche.

Infatti a suo avviso la riforma dovrebbe per essere incisiva, partire dalla tassazione delle persone fisiche, prevedendo l’applicazione delle aliquote Irpef al reddito secondo però un criterio di cassa, praticamente andando per utilizzare le parole dello stesso, a tassare ciò che realmente resta nelle tasche del contribuente.

Inoltre, ha aggiunto e non poteva essere diversamente, parlando a proposito della rottamazione delle cartelle, che è un problema veramente molto serio e importante dato il numero impressionante di soggetti coinvolti. Ha inoltre ricordato i numeri della rottamazione delle cartelle stesse e delle sostanziose giacenze che si sono accumulate negli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2020, creando un “magazzino della riscossione” ADER (Agenzia della Riscossione) cospicuo e impressionante.

Ruffini ha specificato e precisato, ma tutti ormai sanno questa verità, che si tratta di giacenze essenzialmente riferite in gran parte a soggetti che non sono in grado di sostenere la riscossione.

Ritornando a quanto affermato dal direttore Ruffini si parla cioè, secondo quanto dichiarato, di soggetti falliti, defunti, nullatenenti situazione per utilizzare le sue parole che necessiterebbe la fissazione di regole nuove.

Queste nuove regole sarebbero necessarie e servirebbero non solo a svuotare e snellire il pregresso ma anche a destinare in maniera efficace le risorse della agenzia della riscossione verso il recupero di ciò che risulta ancora riscuotibile cioè incassabile da quei soggetti che possono o potrebbero ancora pagare anche solo parzialmente.

Dunque Il tema principale del suo intervento è stato incentrato però su quello della riforma fiscale e della tassazione IRPEF con il criterio della “pura” cassa.

Partendo dalla ridefinizione del meccanismo di applicazione dell’IRPEF, ossia prevedendo l’applicazione di un criterio di cassa per diverse tipologie di contribuenti quali: imprese minori e professionisti.  A questi soggetti non si applicherebbero più le ritenute sui compensi erogati ai lavoratori autonomi né sarebbero più tenuti al versamento delle imposte in acconto e saldo, come avviene oggi permettendo così di superare le difficoltà finanziarie con le quali ci si trova a fare i conti alle scadenze previste per i pagamenti, a maggior ragione in un momento così delicato come quello che stiamo attraversando tanto più, dopo le gravi conseguenze economico-finanziarie causate dalla pandemia da Covid 19 che sta mordendo a tutte le latitudini.

 

Di fatto verrebbe tassato ciò che resta in tasca al contribuente rispettando così a pieno il principio di capacità contributiva sancito dall’art. 53 Costituzione che recita testualmente “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Dunque il criterio di cassa permetterebbe inoltre all’Agenzia stessa di predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata del contribuente e naturalmente a maggior ragione anche per questi soggetti favorendo la cooperazione tra Fisco e contribuente.

Il Direttore ha inoltre annunciato le novità sulla precompilata IVA.

Tale Dichiarazione partirà In via sperimentale dal 1° gennaio 2021 con la predisposizione delle bozze che faranno riferimento alle seguenti scritture: dei registri IVA acquisti e vendite; delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche IVA; dalla dichiarazione annuale IVA; tali bozze preparate dall’Agenzia saranno messe a disposizione del contribuente per la sua accettazione o integrazione.

Ruffini ha specificato che la sperimentazione della precompilata IVA interesserà circa 2.300 milioni di partite IVA, perlopiù contribuenti che liquidano l’imposta con scadenza trimestrale.

Secondo quanto dichiarato in sede di intervento, alla fine del mese di marzo 2021 i contribuenti potranno prendere visione delle bozze dei loro registri IVA; tali bozze l’Agenzia delle Entrate le renderà disponibili  ai contribuenti in un’apposita area riservata del proprio sito internet ed entro la fine del mese di aprile si potrà, dopo aver visionato i registri decidere se accettare o integrare tali bozze, in modo che la stessa diventi definitiva.

E’ importante sottolineare che i contribuenti che accetteranno le bozze messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate saranno esonerati dall’obbligo di tenuta dei suddetti registri.

Michele Minardi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"