NAPOLI (ITALPRESS) – “Ha avuto ragione Craxi, perché storicamente, rispetto ai ritardi drammatici della tradizione comunista (dall’Ungheria alla Cecoslovacchia e dopo) e ai residui di ideologismo presenti in tante impostazioni programmatiche relative alla crescita economica, la cultura riformista e socialdemocratica si è rivelata vincente. E poi, perché, nella lettura delle trasformazioni sociali che investivano il nostro Paese, la lettura socialista è stata più pronta e rispondente alla realtà”. Cosi Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania in una intervista a “L’Avanti” in occasione dell’anniversario della morte dell’ex segretario del Psi.
Alla domanda su Craxi e Berlinguer, grandi leader di due sinistre che mai si sono incontrare, De Luca ha risposto: “Hanno pesato sicuramente i caratteri. Ma hanno pesato soprattutto le storie di cui erano figlie ed espressione. Non mi piacciono i cambi di opinione e le valutazioni che mutano a seconda delle stagioni politiche. Sono quelle storie che dobbiamo analizzare criticamente, per approdare ad una sintesi del tutto possibile e necessaria. Berlinguer era figlio di quelli che avevano pagato più duramente la lotta aperta al fascismo, guidando nel Dopoguerra le lotte per la terra e per il lavoro, subendo le discriminazioni politiche e costruendo un senso dell’organizzazione. Era difficile cancellare questa storia anche quando, con il passare del tempo, ha finito per dare luogo a una incapacità di analisi della modernità, ad un atteggiamento di insopportabile presunzione di superiorità morale e di diversità rispetto agli interlocutori. Craxi ha combattuto contro questa forma di presunzione, del tutto immotivata, e ha letto con lucidità i mutamenti sociali, ha difeso anche in maniera più efficace lo stesso mondo del lavoro. Ma è rimasto poi impigliato in due limiti: un lavoro non fatto sul partito, e una lettura acritica rispetto ai limiti che il liberismo dominante cominciava a mostrare. Oggi, sulla base di queste valutazioni storiche, davvero non ha senso una separazione priva di sostanza”.
“Craxi è stato un gigante in politica estera – ha aggiunto – collocando senza ambiguità il nostro Paese nel campo delle alleanze occidentali, dentro la Nato, ma dimostrando autonomia e dignità nazionale che ancora oggi è un esempio. Il pensiero va a Sigonella, ovviamente, quando Craxi ha dimostrato che in Italia decide l’Italia. E’ stata una grande politica l’apertura verso il Medio Oriente e i Paesi emergenti, e i rapporti attenti con il popolo palestinese. Davvero un grande esempio”.
“Sulla giustizia – ha poi risposto ad una domanda – il Pd ha grandi responsabilità. Per gli elementi di subalternità dimostrati, per non aver avuto il coraggio di assumere una linea coerentemente garantista, assumendo il valore della dignità-libertà della persona come valore fondante in un sistema democratico. Ancora oggi, al di là di un coraggio riformatore che non si vede, non ricordo una parola di solidarietà nei confronti di cittadini la cui vita è stata distrutta da eccessi di giustizialismo, da errori giudiziari a volte sconcertanti. I partiti – ha concluso De Luca – sono diventati gusci vuoti. Non sono più strumenti di formazione e di lotta per i diritti e il cambiamento. Sono luoghi di educazione, non alla libertà e all’autonomia di pensiero, ma all’opportunismo. Sul piano programmatico, l’area progressista ha grandi vuoti di analisi, di idee e di proposte: il tema della giustizia, come si è detto, la sicurezza, la sburocratizzazione radicale, i rapporti con il mondo cattolico, il Sud, proposte concrete, non solo slogan, sulla sanità. E poi la pace. L’incapacità di affrontare seriamente questi problemi toglie credibilità a una prospettiva di governo”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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