CATANIA (ITALPRESS) – “I trafficanti erano al corrente della strage di Cutro, tant’è che ne parlano. In realtà ci siamo accorti da queste indagini che esiste un network di queste associazioni che si tiene in contatto stabile, tant’è che quando succede la terribile tragedia di Cutro viene commentata dai nostri indagati, che sapevano che un’altra organizzazione stava sviluppando questo viaggio finito tragicamente”. Così il procuratore della Repubblica di Catania, Francesco Curcio, a margine dell’operazione contro l’immigrazione clandestina che ha portato all’emissione di 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini di nazionalità egiziana, indagati per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata dalla transnazionalità e dall’avere posto in pericolo la vita dei migranti.
“Abbiamo scoperto un’organizzazione parecchio sofisticata, quindi con delle imbarcazioni molto più sicure dei battelli che vengono utilizzati nelle rotte del Mediterraneo centrale. La logica del profitto portava a caricare, a volte, anche 140 persone in imbarcazioni che potevano portare massimo 20 persone e da 15-16 metri. C’è stato anche un naufragio in fase di accertamento in acque non territoriali, ma antistanti la Grecia. E’ stato ricostruito tutto l’organigramma dell’associazione, con i capitani delle navi, che erano degli skipper professionisti. C’era chi provvedeva a trasportare i migranti fino a Istanbul, chi provvedeva a tenerli nelle step-house in Turchia, chi provvedeva a remunerare gli stessi capitani delle navi e poi bisognava recuperare gli skipper che arrivano in Italia, per riportarli in Turchia attraverso un complesso giro di money-transfer attraverso viaggi aerei. Quindi un’organizzazione egiziana che, però, aveva sede stabile in Turchia. Considerate anche che avevano messo su un’agenzia immobiliare per fornire gli immobili ai migranti che venivano ospitati, in attesa delle condizioni meteorologiche favorevoli per la traversata”.
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