Nella giornata di giovedì, una donna ammessa a colloquio con il figlio detenuto nel carcere di Vercelli era in possesso di droga abilmente celata tra gli indumenti intimi, ma il tutto non è sfuggito ai controlli della Polizia Penitenziaria. Così racconta la vicenda il SAPPE, per voce del segretario per il Piemonte Vicente Santilli: “Durante i controlli di rito la donna è stata segnalata e sottoposta a perquisizione dopo gli allarmi del cane antidroga LEONIDA. Alla perquisizione venivano trovati 3 involucri con cocaina, crack e altro stupefacente. Su disposizione del magistrato la donna è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari”.
Poi prosegue: “L’operazione ha un significato particolare in questo delicatissimo momento, per un corpo di Polizia che professionalmente opera nella società e per la società, ed è la testimonianza che la Polizia Penitenziaria, oltre a partecipare all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con competenza l’attività di Polizia”.

Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, commenta: “L’azione di contrasto ad introduzione, detenzione e uso in carcere di telefoni cellulari e droga è continua. Il fenomeno è più in crescita, soprattutto per i tentativi di introdurre droga negli Istituti di pena. L’operazione di Vercelli testimonia la professionalità della Polizia Penitenziaria. Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, di costituire un grande baluardo a difesa della società contro la criminalità”.
