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Mentre in Italia la via dell’accoglienza sembra l’unico modo per gestire il fenomeno degli sbarchi massicci di profughi provenienti dal continente africano, dall’altra parte del mondo la gestione dei flussi migratori risulta, in alcuni casi, ben diversa.
Quattro mesi dopo l’approvazione della nuove legge che regolamenta l’immigrazione clandestina, gli australiani sembrano aver accolto con favore quanto deciso in materia dal loro governo. Con il motto “No Way! You will not make Australia your home!”, il parlamento australiano ha approvato lo scorso dicembre una durissima legge per combattere l’immigrazione illegale, volta a respingere chiunque abbia l’intenzione di raggiungere il Paese senza un regolare permesso. Tramite un videomessaggio trasmesso in tv dal generale Angus Campbell, il comando delle operazioni sulla sovranità dei confini ha fatto sapere che non saranno fatte eccezioni: “Le leggi si applicano a tutti: famiglie, bambini, minori non accompagnati”. I pochi profughi che riescono ad eludere i controlli costieri, vengono raccolti in centri d’accoglienza situati su isole lontane dai confini nazionali, come la Papua Nuova Guinea, per essere quindi rimpatriati.
Nonostante nel nostro Paese provvedimenti di questo tipo siano inattuabili, è innegabile il fatto che il fronte di chi è contrario all’immigrazione selvaggia si stia allargando. Il problema va risolto a livello europeo seriamente, al fine di arginare il populismo xenofobo di alcuni partiti in forte crescita.

Marcello Rossi

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