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Legambiente

Legambiente-AlessandriaIl rapporto “Mal’aria” 2015 di Legambiente fornisce un quadro poco edificante sulla qualità dell’aria di Alessandria. L’ultima pubblicazione dell’associazione ambientalista, infatti, descrive una città molto inquinata, con dati preoccupanti in particolare per il PM10 (materiale particolato fino).
Per legge, il valore massimo giornaliero corrisponde a 50 μg/m3, da non superare più di 35 giorni l’anno. Nel 2014, la centralina di controllo di Arpa in P.zza D’Annunzio ha registrato ben 86 giorni di superamento del limite. Seppur si tratti di un miglioramento rispetto al 2011, al 2012 e al 2013, gli 86 giorni pongono Alessandria al 2° posto tra le città italiane studiate, preceduta da Frosinone con 110 gg.
L’anno corrente non è iniziato con i migliori auspici, anzi. Nel periodo tra il primo dell’anno e il 25 gennaio, la centralina Volta ha riportato un totale di 12 gg. sopra il limite.
Alessandria è al ventiduesimo posto nella classifica, con la prima, sempre Frosinone, oltre il consentito per 20 gg.
Non c’è da rallegrarsi neanche per i numeri sul PM2,5, ritenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il particolato più pericoloso per la salute umana. Nel 2013, la centralina Volta ha registrato un valore annuale medio di 26 μg/m3, anche in questo caso in calo rispetto ai due anni precedenti.
Nell’anno in cui è stato raccolto questo dato, esso coincideva con la soglia massima. Dall’inizio dell’anno, essa è stata abbassata di un punto. L’OMS, addirittura, la pone a 10 μg/m3. In questa categoria Alessandria è al 10° posto, con Brescia in testa con un media di 31 μg/m3. I livelli di biossido di azoto sono meno allarmanti ma da tenere comunque in considerazione. La media annua massima consentita è fissata a 40 μg/m3, da non superare più di 18 gg. l’anno.
Nel 2013, la centralina D’Annunzio ha riportato un valore medio annuale superiore a 30 μg/m3, la Volta uno poco sopra 30 μg/m3. Più gravi, invece, sono i numeri sulle concentrazioni di ozono, gas tossico se inalato in grandi quantità. Le norme prevedono che non vi siano più di 25 gg. di superamento del soglia giornaliera pari a 120 μg/m3. Nel 2013, la stazione Volta ha registrato 40 gg. oltre il limite massimo.

Stefano Summa

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L’esempio di Mirafiori Nord

Cos’è-la-Zona-30-di-Milano-1024x768Risolvere o, almeno, attenuare il problema dell’inquinamento nelle città è tanto semplice a parole quanto complesso nei fatti. Eliminare completamente il traffico veicolare è impossibile, sebbene possa essere la soluzione drastica più efficace che ci sia. È più realistico, invece, fare delle scelte in grado di limitare il passaggio delle macchine in determinate zone della città, in particolare il centro, in maniera coerente e armonica. Uno degli esperimenti più riusciti in quest’ambito, portato ad esempio da Legambiente e oggetto dell’interessante studio “Multifunzionalità e conflittualità nelle Zone 30” di Luca Straricco (Politecnico di Torino), è la Zona 30 presente nel quartiere torinese di Mirafiori Nord. L’amministrazione locale ha apportato misure di moderazione della velocità, potenziamento della dotazione di verde e miglioramento dell’arredo urbano in un’area estesa per circa 430.000 m3 e con circa 10.000 residenti. I risultati sono notevoli: riduzione delle velocità di punta medie di 11 km/h, del traffico in ora di punta del 15%, dei livelli di rumore medi nelle strade interne di 2 decibel, drastica riduzione di incidenti e un risparmio per lo Stato di 500mila euro.

SS

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La tesi di Medicina Democratica

Nel mese scorso è stato respinto, per la seconda volta, il ricorso all’archiviazione dell’inchiesta sull’ex sindaco Piercarlo Fabbio, accusato da un esposto di Medicina Democratica di omissioni di atti d’ufficio nel periodo in cui è stato sindaco. Nei suoi confronti si muove la critica di essere venuto meno agli obblighi di “autorità sanitaria locale” riguardo all’inquinamento cittadino.
Nel corso dell’iter giudiziario è stata disposta una perizia, compilata da Alberto Maffiotti e Laura Erbetta, che ha accertato le pessime condizioni dell’aria di Alessandria tra il 2007 e il 2012, con superamenti ripetuti dei limiti annuali e giornalieri di PM10, di PM2,5 e di ozono. “Il traffico è ovunque il maggior contribuente all’inquinamento atmosferico in ambito urbano”- scrivono Maffiotti ed Erbetta, che hanno elencato una serie di -“azioni di risanamento ambientale su scala locale da attuare per ottenere un effetto sensibile e misurabile a livello comunale della qualità dell’aria, inutili senza un piano articolato della mobilità urbana che tenga conto dell’aspetto ambientale”.
Il pubblico ministero Giancarlo Vona non ha risparmiato critiche al comportamento dell’amministrazione Fabbio, parlando di “indubbia inadeguatezza delle scelte in materia di contenimento delle emissioni nocive”. L’ex sindaco e la sua giunta “si caratterizzavano per aver apertamente svalutato le politiche di limitazione del traffico veicolare” ma, in sostanza, l’imputazione può essere ascritta “esclusivamente” allo Stato o alle Regioni.

SS

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