Il suicidio è avvenuto in una cella

Ha tentato il suicidio nella sua cella del carcere di Torino, ma il provvidenziale intervento dei poliziotti penitenziari ha scongiurato che compisse l’insano gesto. Nello scorso fine settimana un detenuto marocchino, recentemente trasferito a Torino per motivi di ordine e sicurezza, al rientro dall’ora d’aria ha cercato di impiccarsi utilizzando i lacci delle scarpe. Spiega Vicente Santilli, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Fortunatamente l’agente di sezione si è subito accorto della cosa e, con altri colleghi, è riuscito a salvarlo, consentendo il trasporto urgente in ospedale. Vanno riconosciuti l’impegno, la prontezza e il senso del dovere della Polizia Penitenziaria che, ogni giorno, è chiamata a ristabilire ordine e sicurezza, e spesso salvando vite umane. Serve più attenzione alle condizioni operative del personale, esposto a carichi di lavoro elevati in situazioni ad alto rischio”. 

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, stimola le istituzioni a riformare il sistema penitenziario: Non è più solo un’urgenza morale, ma un preciso dovere costituzionale. Il contesto da cui partire è importante per comprendere il problema; dal 2002 ad oggi, i suicidi sono il 55% delle morti totali, mentre i deceduti per cause ancora da accertare ne rappresentano il 22%. L’overdose, causata da droghe, psicofarmaci, alcol o gas delle bombolette, ha ucciso 2 detenuti l’anno in 25 anni. Per questo ringrazio donne e uomini di tutto il Corpo per quello che ogni giorno fanno, con grande professionalità, senso del dovere e umanità”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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