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Comunicato stampa della Coldiretti –

Scatta la rivoluzione in etichetta: cambia la spesa, consumatori più tutelati
Ora è determinante accelerare il percorso per rendere obbligatoria
l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari

                                                               13 dicembre: scatta la rivoluzione in etichetta!

Nel giorno di Santa Lucia, con l’applicazione delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, cambia la spesa degli italiani grazie a nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che devono essere scritte con caratteri più chiari e grandi ma d’ora in poi, devono anche riportare più informazioni, dare una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, data di congelamento, informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati.
“Le indicazioni obbligatorie – affermano il presidente e il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni – devono essere scritte in etichetta con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm, o 0,9 nel caso di confezioni piccole, per rendere più agevole la lettura da una parte di una popolazione in progressivo invecchiamento”.
La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna.
“La nuova etichetta – prosegue il direttore Moroni – viene in soccorso anche dei circa 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze, come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio, con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti”.
Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande devono comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti come menù, cartello, lavagna o registro, ben visibili all’avventore.
Una tutela è garantita anche per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”.
“Non è più possibile  ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di olio grassi tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute) perchè – aggiunge il presidente Paravidino – bisogna specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato in etichetta”.
Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, sarà obbligatorio indicare «totalmente o parzialmente idrogenato», a seconda dei casi. Devono anche essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente e non è possibile usare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, occorre indicare la data di congelamento mentre nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.
Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione – continua la Coldiretti – non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. In virtù di una norma collegata infine, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza.
“In un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per garantire la possibilità di fare scelte consapevoli al consumatore – concludono Paravidino e Moroni – Ora è determinante accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari. Il pressing della Coldiretti in Europa ha data buoni risultati ed ora la strada è tracciata a vantaggio del Made in Italy, dell’economia e del lavoro”.

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