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Tramonti, mulini a vento, case bianche dai tetti blu nell’isola del vulcano sommerso

Tante le analogie e le affinità con il vivere italiano

Santorini, l’isola che non c’è, o meglio, l’isola che non è: in realtà, la più famosa meta delle Cicladi è un vulcano sommerso, la cui parte in superficie è stata edificata ed abitata fin dall’antichità. Deve il suo nome ai Veneziani, che la battezzarono così in onore di Santa Irene, la patrona.
Le spiagge non sono certamente l’attrazione principale di Santorini, grezze e per lo più composte dai lapilli lavici delle eruzioni, ma dal punto di vista del paesaggio sono molto affascinanti in quanto sembrano strappate alla roccia; inoltre, nelle giornate limpide, permettono di ammirare le isole limitrofe come Anafi, Ios ed Amorgos.
Dal versante ovest dell’isola, è possibile osservare la “caldera”, traducibile in “pentolone”, ovvero il cratere del vulcano inghiottito dall’Egeo dopo la devastante eruzione del 1627 a.C., un catino d’acqua profondissimo e navigabile con diverse imbarcazioni; dalla caldera emergono quattro piccole isole di cui tre disabitate ed una, Thirassia, che appartiene alla corona originale del vulcano ed è considerata la “sorella minore” di Santorini.
The_Santorini_CalderaIl capoluogo dell’isola è la cittadina di Fira, posta sul versante ovest dell’isola, in piena vista caldera; il centro città è un dedalo di strette vie e saliscendi e l’unico punto di riferimento convenzionale è il quadrilatero: la via dei ristoranti, quella dell’oro, quella della seta e quella dei locali notturni. Il salotto buono di Santorini è Oia: una bomboniera dell’architettura le cui caratteristiche case bianche e blu con il tetto curvo sembrano senza tempo. Il mulino a vento visibile nel film “Che ne sarà di noi” è in realtà un hotel, celebre per essere una gettonata meta di proposte di matrimonio. Da Oia, inoltre, è possibile ammirare uno dei tramonti più fascinosi del mondo: ogni giorno migliaia di turisti rimangono estasiati dalla parabola della palla di fuoco che si conclude nel blu del Mar Egeo dopo un susseguirsi di sfumature di colore. Altrettanto affascinante e meno turistica l’alba, visibile dal versante orientale. Curiosità dell’isola: nonostante sia un posto esclusivamente turistico e sia difficile comprendere in pieno la vera Grecia, è comunque tangibile l’affinità con l’Italia, riassunta nel modernissimo ospedale di Karterados, ultimato con i fondi della Comunità Europea ma inspiegabilmente abbandonato con all’interno le strumentazioni mediche: una faccia, una razza.

Nicholas Capra

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