Il logo della Juventus Next Gen (juventus.com)

A volte succede quello che non ti aspetti. Non che l’attuale momento della Juventus Next Gen regali sogni ad ogni partita, però la sfida di Fermo non pareva impossibile, contro l’ultima in classifica, con la peggior difesa e il peggior attacco del girone. E invece… la baby-Juve è riuscita nell’impresa al contrario, facendo prendere 3 punti ad un avversario, la Fermana, che finora aveva vinto solo 1 volta, il 9 settembre.

Ora la classifica piange di brutto, col penultimo posto a quota 15 (+3 sulla Fermana) e il recupero della gara in meno (martedì a Chiavari con l’Entella) non offre, sulla carta, prospettive esaltanti. Brambilla è a rischio? Chissà. Però non è nello stile Juve cambiare tecnico a metà stagione, tanto meno in un progetto come questo, finalizzato alla valorizzazione dei giovani e al supporto alla prima squadra.
Le seconde squadre possono retrocedere, in verità, ma poi non si possono iscrivere alla serie D e devono chiedere la riammissione, ove sia possibile. Lo ‘status’ resta quello di professionisti. Vedremo che succederà.

La partita

Primo tempo dominato dalla Juve, partita fortissimo, ma la palla non entra mai. Quando non sbagliano gli attaccanti bianconeri, ci pensa il portiere fermano Furlanetto a evitare il vantaggio degli ospiti: 6 occasioni (Anghelé 3 volte, Turicchia, Cerri, Guerra) e nessun gol.
Nella ripresa Juve avanti al 55′ con Guerra, di testa su cross di Cerri, 0-1. Poi Daffara argina la reazione fermana, deviando una zuccata di Misuraca. Ma i bianconeri sembrano smarriti, rallentano, subiscono. I padroni di casa attaccano, sì, ma non tirano. Fino all’82′: chiedono un rigore, arriva un angolo e fanno 1-1 con un colpo di testa di Santi. La Juve non c’è più. La Fermana sfiora il vantaggio all’86′ con Tilli e lo trova all’88′ con l’ex Giandonato, in gol dal limite: 2-1. Rabbia Juve. Al 90′ Comenencia prende la traversa di testa, al 94′ Guerra viene espulso per fallo di reazione. Stop. Il disastro è servito. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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