Ce l’ha messa tutta, la cenerentola Alessandria, per contrastare la capolista Mantova, ma non ce l’ha fatta. Troppa differenza fra le due squadre. In tutto. In classifica ci sono 49 punti di distacco e 18 squadre, tutte le altre, in mezzo.

Per i lombardi si tratta di una stagione particolarmente riuscita: riammessa in C dopo la retrocessione ai playout per via della rinuncia del Pordenone, ha rifatto la squadra (4.200 abbonati) e sta andando oltre ogni aspettativa, dominando il girone, proiettata verso il ritorno in serie B.
Per i piemontesi, invece, è una delle stagioni più disgraziate della storia. Salva ai playout a maggio ’23, è uscita dalla gestione Di Masi con problemi sempre più grandi, situazioni paradossali da gestire, a volte al limite del ridicolo, e un’incredibile quantità di persone che andavano e venivano. E il risultato è questo triste ultimo posto.

La partita

Era una di quelle senza pronostico, un testa-coda con troppe differenze. Ma l’Alessandria ci ha provato, restando ‘dentro’ fino alla fine, senza venire travolta.
Ma anche senza tirare in porta. L’unico tentativo all’89’ con l’argentino Femia: un sinistro velenoso da fuori che ha indotto il portiere Festa al tuffo sulla sinistra per la deviazione. Per il resto c’è stato un solo tema: il dominio del Mantova con un palleggio narcotizzante, fatto di superiorità tecnica, di scambi di posizione, di controllo assoluto di ogni metro quadrato di campo.

Fatto il gol nel primo quarto d’ora (14′) con Bombagi, colpo di testa su cross di Maggioni, la formazione biancorossa ha tenuto palla aspettando la reazione per colpire in contropiede, giocando al gatto col topo. La squadra di Banchini non è caduta nella trappola, correndo molto e facendo molti falli (6 ammoniti alla fine) senza però creare pericoli agli avversari, sempre padroni della partita.
Solo alla fine i grigi hanno provato con 4 attaccanti, buttando palla in area, ma la sicurezza e l’ordine tattico dei virgiliani ha impedito loro di segnare, a parte il tiro di Femia. Perché stupirsi? In fondo il gol per questa squadra è un evento epocale: solo 2 nelle ultime 11.
Però ci sono ancora 13 partite e numericamente la salvezza è possibile: sperare costa nulla. 

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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