dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Imbarazzante. La prestazione dell’Alessandria nella partita persa 1-0, in casa contro l’Arezzo (74′ Di Nardo), è stata davvero imbarazzante. Troppi passi indietro rispetto alla gara di Siena, nessun tiro in porta. Non so dire se questa sia una tappa di avvicinamento al migliore stato di forma, però il fatto è che in campo si è vista confusione, i giocatori sono sembrati spaesati, poco reattivi, mai ‘cattivi’, come invece erano gli avversari, più brillanti, più pericolosi, con un giro-palla più fluido, nonostante avessero gli stessi punti in classifica con una partita in più.

Già, la classifica. Ora piange davvero, con la miseria di 3 punti a collocare i Grigi al 17° posto, il terzultimo, da soli. In piena zona playout, senza vittorie e senza gol da tre gare e un pezzo, 303 minuti complessivi compresi i recuperi, che ormai sono talmente lunghi che non ha senso considerare solo i 90′ canonici.
E guardando la vecchia, ma sempre valida, ‘media inglese’, si nota che il cammino dell’Alessandria in trasferta è da manuale: 3 pareggi. Peccato che in casa, invece di 2 vittorie, siano arrivate 2 sconfitte. Se si può chiamare casa il ‘Piola’ di Vercelli, soluzione temporanea in attesa dell’agibilità del ‘Moccagatta’. Che, forse, sarà disponibile domenica prossima, parzialmente, per la sfida col Prato. Manca, la casa dei Grigi.

A fine gara il tecnico Cristian Stellini si prende la colpa: “Si va alla ricerca di alibi o colpevoli, ma vedo me stesso come responsabile di una sconfitta della quale sento tutto il peso”. E poi parla della squadra, che “deve imparare a soffrire. Non è questione di modulo, ma ci vuole la capacità di resistere alle difficoltà e di trovare la chiave per attaccare gli spazi che portano al gol. Cosa che l’Arezzo è stato bravo e fortunato a fare su una rimessa laterale per noi. Forse devo cambiare qualcosa, ma non le posizioni dei giocatori in campo”. Sarà. Il tecnico, però, non si tocca; la sua posizione al momento è blindata.

Parola del diesse Pasquale Sensibile, che incassa e resiste: “Datemi del visionario, ma non arretro di un millimetro. Accetto tutte le critiche che arrivano, ma questa è la squadra che abbiamo costruito e nella quale crediamo per arrivare dove vogliamo. Sono deluso ed emotivamente provato. Non mi capacito della differenza tra ciò che vedo in settimana e quello che mostra la squadra in gara. Ma vi prego, lasciate stare i calciatori. Il responsabile dell’allestimento della squadra sono io, il responsabile della formazione è Stellini. Ma i calciatori vanno difesi e aiutati”. Che non è proprio il trattamento ricevuto dai tifosi a fine gara, con i giocatori sotto la curva a prendere parolacce. Ma anche lì c’era rassegnazione, come troppe volte sembra ci sia in campo.

Qualcosa di strano avvolge questa squadra, e non si capisce cosa sia. I fantasmi della passata stagione incombono, soprattutto nella testa di chi c’era, e spaventano anche i nuovi. Solo un gol può scacciarli. Meno male che mercoledì si gioca, a Monza.

 

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.