San Biagio con le candele incrociate, nell'atto di benedire la gola
Si sono aperte ieri, venerdì 2 febbraio, le celebrazioni di San Biagio, co-patrono con Sant’Antonio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria.
Del santo si hanno scarse notizie biografiche, ma tutte concordano con il martirio, avvenuto nel IV secolo, e il vasto culto popolare, tra i più diffusi sia in occidente che in oriente, legato specialmente alla guarigione di ogni malattia della gola e delle vie respiratorie. Come ricorda il cappellano don Stefano Tessaglia:
“Secondo la tradizione, Biagio aveva scelto di dimorare su un monte e da lì si prodigava nel soccorso ai poveri e nelle cure di animali selvatici. Stimato e ammirato, il gran concorso di popolo attirò su di lui l’attenzione delle autorità romane: arrestato, venne portato in carcere e nel lungo cammino per raggiungere la prigione fu protagonista di miracoli che gli portarono grandissima fama di santità. Nel tragitto verso il supplizio, si narra l’incontro di una madre col bambino, quasi soffocato da una lisca di pesce rimasta in gola. Invocata la protezione e l’intervento di Dio, il bimbo espulse la lisca e tornò sano, senza danno alcuno. L’intercessione di San Biagio per la guarigione di ogni malattia della gola e delle vie respiratorie si diffuse rapidamente, così come la consuetudine di celebrare il suo ricordo e naturalmente di intitolargli istituti ospedalieri”.
Le celebrazioni di quest’anno, come da tradizione, si terranno nella chiesa ospedaliera. Oggi, sabato 3 febbraio, alle 17,30, Santa Messa solenne nella festa di San Biagio, con la benedizione della gola. Sarà anche l’occasione per ricordare mons. Giovanni Semino, cappellano dell’ospedale dal 1977 al 2010. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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