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I corali miniati di San Pio V sono un’opera di particolare pregio e rilevanza storico-artistica, custodita all’interno delle sale del Museo Civico di palazzo Cuttica di Alessandria.

Nell’ambito del Programma Operativo del Fondo europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020 (P.O.R. F.E.S.R.) gli stessi saranno oggetto di un importante progetto di digitalizzazione con l’intento sia di preservare e salvaguardare la memoria storica del territorio, sia di mettere a disposizione il patrimonio informativo prodotto con la creazione di un archivio digitalizzato facilmente fruibile da studiosi ed appassionati.

Il P.O.R. F.E.R.S. 2014-2020 infatti – e in particolare l’Asse VI ‘Sviluppo Urbano Sostenibile’ – è finalizzato al sostegno di azioni integrate di sviluppo per i sette capoluoghi di provincia piemontesi al fine di renderli maggiormente innovativi, efficienti e competitivi. A questo riguardo, il Comune di Alessandria ha approvato (Delibera G.C. n. 104/2018) la strategia “Alessandria torna al centro. Polo logistico-culturale di area vasta” per sviluppare azioni integrate per il rilancio della Città, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo competitivo del territorio attraverso l’economia della cultura e valorizzando la posizione strategica e la vocazione logistica della città.

Il progetto di digitalizzazione dei corali miniati si colloca, quindi, all’interno di questo contesto ed è parte di una serie di azioni a più ampio respiro, volte – tra l’altro – alla riorganizzazione e all’allestimento del museo presso la nuova sede prevista nell’ex Chiesa di San Francesco; rappresenta, inoltre, un tassello strategico dei progetti di Agenda Digitale andando nella direzione della realizzazione di ‘biblioteca–on line’.

E’ noto che tutto il patrimonio documentale presente negli archivi storici è sottoposto a rilevanti rischi ambientali che ne determinano o ne accelerano la scomparsa, rendendone spesso difficile la fruizione anche a scopo di studio.

La digitalizzazione permetterà un più agevole accesso ai contenuti dei documenti, abbreviando i tempi di ricerca e permettendo la reperibilità dei contenuti con l’ausilio di ‘parole chiave’ e di categorie indicizzate per la consultazione di risultati.

A lavori conclusi grazie a questo nuovo progetto, ogni interessato potrà consultare l’archivio, anche da casa, attraverso il sito del Comune di Alessandria in cui il materiale sarà conservato in una sezione dedicata.

L’accesso ai documenti digitali non sarà più privilegio di pochi studiosi, ma sarà dunque un diritto acquisito di tutti i cittadini.

 

Come avverrà il percorso di digitalizzazione?

All’interno degli uffici di Palazzo Cuttica sono state predisposte le attrezzature digitali necessarie per procedere alla elaborazione del materiale che prima della scansione verrà fotografato.

Complessivamente verranno scansionati 42 volumi per un totale complessivo di 9.800 facciate.

Successivamente alla scansione, le immagini risultanti saranno trattate (IPP) in un centro di elaborazione con la collaborazione di esperti che si occuperanno di ordinare il materiale e controllarne la qualità. Il QC (controllo di qualità) verrà effettuato ad ogni passaggio della digitalizzazione per tenere sotto controlli eventuali errori.

Il materiale digitalizzato sarà poi trasferito al server di riconoscimento del testo per effettuare la trasmissione dei dati (EXPORT) e l’upload degli stessi sul server per renderli fruibili.

Le scansioni a qualità compressa (4MB per ogni facciata) potranno essere consultate tramite il sito web del Comune di Alessandria.

Inoltre, per la distribuzione dei contenuti saranno impiegate tecnologie interattive basate su QR-Code posti in posizioni adeguatamente individuate per offrire un maggiore coinvolgimento nel percorso di visita museale e garantire un supporto virtuale di approfondimento storico-artistico e culturale.

Strumenti e metodologie di scansione

TIM è partner tecnologico del Comune di Alessandria in questa attività di divulgazione culturale consentirà la digitalizzazione dei testi per renderli disponibili, in alta definizione, su una piattaforma Cloud raggiungibile attraverso il sito web del comune.

Nella sede museale, sarà installato per l’occasione un banco ottico corredato da una serie di illuminatori a luce fredda ad alta frequenza e i volumi saranno supportati da un apposito tavolo basculante.

La scannerizzazione avverrà tramite uno speciale dorso digitale capace di catturare immagini fino 26.000×16.000pixel, equivalenti a circa 300dpi sul formato 200x130cm.

L’attività sarà realizzata da TI Trust Technologies – società del Gruppo TIM – e da CSA nell’ambito delle Rete per l’Innovazione Tecnologica; entrambe le società sono ‘Conservatori Accreditati’ presso AgID per la conservazione a norma dei documenti elettronici.

I corali miniati di San Pio V

I corali miniati sono un complesso di 42 volumi che Papa Pio V, nel 1500, fece eseguire a Roma per il convento di Santa Croce di Bosco Marengo.

Del nucleo originale uno è andato disperso, due appartengono all’ordine dei Predicatori, i restanti sono conservati presso il Museo Civico di Palazzo Cuttica dove giunsero in momenti diversi: i primi quattro vennero assegnati con Decreto Ministeriale nel 1868, gli altri con Decreto Ministeriale del 1896, tre anni dopo il sequestro avvenuto presso la stazione ferroviaria di Alessandria.

Infatti, dopo la soppressione del Convento di Santa Croce, nel 1873, i corali miniati e i paramenti sacri vennero nascosti in un camerino mascherato. Nel 1893 furono sistemati in sei casse, mentre i paramenti furono collocati in un baule: il tutto fu spedito al convento dei Padri Predicatori a Chieri. Intercettati, vennero sequestrati e assegnati alla Città di Alessandria.

L’ultimo corale venne acquistato da Regione Piemonte, Provincia, Comune di Alessandria, e Fondazione Cassa di Risparmio nel 1996, sul mercato antiquario lombardo e assegnato al Museo Civico di Alessandria.

Sono realizzati su carta pergamena acquistata nel 1567: a partire dal 1586 Padre Benedetto da Bergamo dell’Ordine di Vallombrosa venne incaricato della loro scrittura a cui lavorò, per alcuni anni.

La loro realizzazione fu conclusa probabilmente prima della morte del Papa.

I volumi sono completati con splendide miniature fatte risalire a Giulio Clovio e alla sua bottega, nonostante siano rilevabili alcune influenze nordico-fiamminghe e lombarde.

Si tratta di un’operazione culturale di altissimo livello che comporta molteplici risultati – ha spiegato il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco –: primo fra tutti la tutela di un patrimonio storico ricco ed estremamente prezioso che la Città di Alessandria ha il privilegio di conservare, in secondo luogo  la divulgazione dello stesso a più ampio raggio, rendendo accessibili una grande quantità di informazioni. Preservare e divulgare il patrimonio storico e culturale è un dovere di ogni comunità, ma spesso le due attività sono in contrasto tra loro perché i documenti oggetto di studio sono soggetti a rischi ambientali importanti che li possono facilmente compromettere. L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che consentano la digitalizzazione dei fondi storici  supera questa dicotomia consentendo, al tempo stesso, una divulgazione su larga scala e una perfetta salvaguardia dei documenti, delle immagini, delle pubblicazioni, delle testimonianze scritte e orali che la storia ci ha lasciato… in una parola, della memoria di cuna comunità. Un bene unico che ogni Amministrazione ha il dovere di preservare.  Nello studio e nella lettura del passato c’è la chiave per vivere compiutamente e consapevolmente il nostro presente, per comprendere come collettività il nostro modo di essere, il nostro ruolo, i fondamenti della nostra realtà attuale, le prospettive di un futuro che possiamo costruire meglio partendo dalle nostre radici. Siamo orgogliosi quindi di poter presentare questo oggi questo progetto che ben si configura come una delle belle e preziose eredità degli 850 anni di Alessandria che stanno volgendo alla loro fase conclusiva”

 

“Mettere a disposizione del pubblico non solo di studiosi, ma anche di semplici curiosi ed appassionati e non da ultimo di giovani e nativi digitali, porzioni sempre più ampie del nostro patrimonio  storico è un obiettivo ed una sfida che accogliamo volentieri – ha confermato l’assessore all’ICT e Innovazione Digitale, Cherima Fteita Firial Disporre online di determinate informazioni può facilitare enormemente il lavoro di studenti o ricercatori che intendano scrivere una tesi o studiare una determinata realtà storica. Con un duplice beneficio: favorire la conoscenza e al tempo stesso preservare l’integrità dei documenti originali. Siamo convinti che la condivisione attraverso i nuovi strumenti stimoli l’interesse per i temi storici. Insomma, la tecnologia, così pervasiva e sempre più presente nella nostra quotidianità, non è affatto in antitesi col passato, ma può anzi contribuire a ‘veicolarlo’ nella nostra attualità”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"