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Presentato mercoeldi 5 marzo, presso il Salone FAI nella Cittadella di Alessandria l’ultimo libro del dottor Giovanni Cerino Badone “ Sulla Strada di Fiandra – Storia della Cittadella di Alessandria 1559- 1859” alla presenza dell’Autore, del prof. Angelo Torre docente di Storia Moderna presso Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, del Capo Delegazione FAI di Alessandria dottoressa Ileana Gatti Spriano, del Presidente del Consiglio Regionale FAI dottoressa Maria Cattaneo Leonetti.

La Cittadella di Alessandria. Chi era costei?
Con questa domanda, dallo stile manzioniano, con cui si apre l’introduzione all’opera rappresenta anche una ottima chiave di lettura per scoprire l’ultimo lavoro del dottor Giovanni Cerino Badone, Alessandrino classe 1976 laureato in Archeologia medievale, dottore di ricerca in scienze storiche, . ricercatore presso il Centro Interuniversitario di Storia Territoriale “Goffredo Casalis” all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro.
Il libro racconta della Cittadella come di uno scrigno, ancora da aprire, che contiene le chiavi della Storia di Alessandria. Il reticolo delle strade romane e medievali, i ponti ancora in piedi del XV secolo che scavalcano fossi e torrenti nella campagna intorno alle mura bastionate, le tracce degli assedi, i resti del Bergoglio, i danni dell’ultima Guerra Mondiale. Il libro di Giovanni Cerino Badone racconta del perché esiste una Cittadella ad Alessandria, iniziando dalla costituzione della “Strada di Fiandra”, la mitica strada militare spagnola che attraversava l’Europa occidentale per portare le truppe di Filippo II nelle Fiandre in rivolta; racconta come una fortezza deve funzionare da un punto di vista militare e racconta come ha funzionato nelle guerre del XVIII e XIX secolo. Il testo, e le note, chiariranno molti punti oscuri ed apriranno nuovi interrogativi sulle sue vicende.

La pubblicazione del volume è stata possibile grazie al forte impegno di tutti i delegati e volontari FAI che hanno profuso energie e risorse per questo importante risultato che costituisce un gesto di amore verso tutta la Comunità di Alessandria e vuole presentare la Cittadella non come un problema ma una risorsa, culturale ed economica, da cui partire per i rilancio della Città,

La dottoressa Gatti Spriano ha ricordato:

Il mio amore per la fortezze nacque tanti anni fa . A 17 anni già presi il brevetto di volo a motore . La manovra di atterraggio prevedeva un circuito che passava sulla Fortezza, in teoria era una no fly zone, ma a me piaceva tanto sorvolarla e guardare decine e decine di volte quella meravigliosa stella. Forse era già un segnale.

Gli anni passarono e arrivò l’avventura del FAI. Devo dire che anche io, come molti alessandrini, non conoscevo la Fortezza , ci fui catapultata dentro e con me tanti impagabili volontari che si adoperano tutti i giorni per salvarla e valorizzarla. Grande FAI che ci consiglia, ci sprona e ci segue passo passo e ci ha dato e ci dà i mezzi e la preparazione per far rivivere la Cittadella! Grandi gli alessandrini che ci hanno creduto e sostenuto.

Oggi noi del FAI siamo veramente preparati sotto tutti i punti di vista: storico, pratico e didattico; ci sentiamo in grado di poter dare il nostro contributo sino a vedere la Fortezza trasformarsi in una risorsa per la città

Nello strenuo tentativo di salvare e valorizzare la Cittadella e il suo contesto, ho avuto la fortuna un paio di anni fa di venir a conoscere il Centro di Analisi Storica del Territorio diretto dal professor Angelo Torre, con sede a Palazzo Borsalino presso l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogradro”. Il professor Torre, che proprio ad Alessandria insegnava Storia Moderna, si era reso conto del vuoto di studi sulla Cittadella e nel 2007 formò un suo team di ricercatori, composto da archeologi, architetti, storici e botanici per osservare la Cittadella, esplorarla e letteralmente riscoprirla. I risultati di questa ricerca, durata ben tre anni sino al 2010 sono confluiti in parte nel prezioso libro di Giovanni Cerino Badone. Un dei membri dell’Equipe Torre.

La pubblicazione di questo libro è un grande atto d’amore dei volontari FAI nei confronti di Alessandria. Lo stesso amore che ci ha spinto a lavorare mesi per raccogliere quasi 54.000 firme a favore della Fortezza e a vincere, con un successo mai registrato prima, la sesta edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Un risultato che ha portato la Cittadella alla ribalta nazionale e ha permesso di farla conoscere anche all’estero, un’impresa incredibile, che sembrava impossibile, ma che non è che l’inizio di nuovo capitolo della sua storia “

La Presidente Regionale del FAI dottoressa Maria Cattaneo Leonetti ha dichiarato :

“ Esprimo la grande gioia e soddisfazione, mia personale e di tutto il FAI,per questo importante traguardo raggiunto dalla delegazione di Alessandria, che si conferma su di un percorso di eccellenza ed in piena sintonia con gli obiettivi ed i valori del FAI “.

Il Dottor Magnifico Vice Presidente Esecutivo FAI

“Una gloria e uno scandalo italiani: un passato straordinario, fatto di primati e di un presente di abbandono e desolazione. E’ questa la parabola della Cittadella di Alessandria, uno dei più grandiosi esempi di architetture militare del primo Settecento in Europa, spettacolare fortezza a forma di stella che oggi versa in stato di profondo degrado, quasi nascosta da una vegetazione che negli ultimi anni è diventata sempre più infestante, rafforzando, quasi simbolicamente, l’isolamento della Cittadella dal resto della città, sul lato opposto del fiume Tanaro. Come in tante storie italiane, per la città un inizio di riscatto che viene dal basso, affidato a un gruppo di indomiti volontari della Delegazione FAI locale. Quello registrato per la Cittadella di Alessandria in occasione del Censimento dei “I Luoghi del cuore” è stato un vero e proprio movimento di popolo che ha portato più della metà della popolazione alessandrina a mobilitarsi affinché l’emergenza di questa secolare fortezza, depositaria non solo della memoria storica di noi di noi italiani ma anche dell’attaccamento e dell’affetto di tante persone, giungesse attraverso il FAI, all’attenzione di tutta Italia”

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