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E’ stata proprio la passione per una Ferrari, la “F430”, con la quale girava, e il suo elevato tenore di vita a mettere sulle tracce della sua azienda, attiva nel settore del commercio dei rottami, i finanzieri del Gruppo di Tortona, conducendoli poi alla scoperta di un’evasione fiscale di oltre 400,000,00 euro.

L’attività investigativa condotta dai finanzieri ha, infatti, portato alla luce un giro di fatture false che avevano consentito all’azienda tortonese, con la compiacenza di altre cinque imprese, ubicate nella provincia di Alessandria, di abbattere i propri ricavi ed essere più competitiva sui mercati di riferimento, alterando la libera concorrenza.
Nel corso dell’esame dei documenti rinvenuti nei locali aziendali, le Fiamme Gialle si sono subito accorte di diverse anomalie nella fatturazione e nei pagamenti: troppi fornitori e soprattutto molte forniture regolate per contanti. Da qui, un’attenta ricostruzione delle relative transazioni e la scoperta che ben 700 di queste fatture, per un importo complessivo di circa due milioni di euro, erano relative a operazioni inesistenti. Alcune di queste erano servite a coprire contabilmente acquisiti operati “in nero” da raccoglitori di rottami abusivi.

Grazie a questo escamotage, l’imprenditore ha evaso, in tre anni, più di 400 mila euro. Immediata la denuncia per frode fiscale ai sensi dell’art. 2 (Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) del Decreto Legislativo 74 del 2000, che prevede la reclusione fino a sei anni.
Denunciati all’Autorità Giudiziaria, inoltre, ai sensi dell’art. 8 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) dello stesso decreto legislativo, i titolari delle imprese alessandrine che si sono prestati per l’emissione delle fatture false. Anche in questo caso la norma penale prevede la reclusione fino a sei anni.
Gli atti della verifica sono ora a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione delle imposte evase e l’irrogazione delle sanzioni.

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