Da lunedì è in atto, nel carcere di Novara, l’estemporanea ed incomprensibile protesta di un detenuto italiano.

A dare la notizia è Vicente Santilli, segretario regionale del SAPPE, che ricostruisce l’accaduto così:L’uomo, detenuto italiano, recidivo disciplinare in metà delle carceri d’Italia, ha rifiutato di entrare in cella dormendo nel corridoio della semisezione. Anche dal Comandante non ha voluto sentire ragioni. Protesta per tutto e di più, risolto un problema ne tira fuori altri cercando lo scontro con il personale di Polizia Penitenziaria, e non è psichiatrico. E’ davvero incomprensibile il suo gesto ma, certo, non è neppure tollerabile che un detenuto in carcere si metta a fare quel che vuole, avendo la Polizia Penitenziaria le mani legate per intervenire”.

Piccola considerazione personale: il sindacalista definisce la cosa incomprensibile e intollerabile, e ha ragione. Io però mi domando: ma davvero la legge permette che un detenuto rifiuti di entrare in cella? Il mondo va proprio al contrario….

I malanni del sistema

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, evidenzia le criticità dell’esecuzione della pena in Italia: “È fondamentale riformare in modo strutturale l’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – sempre di più – protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.

Capece conclude così: La situazione è sempre più critica, a causa di una popolazione detenuta refrattaria alle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto è dovuto. Chiediamo l’applicazione dell’articolo 14-bis che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. 

Come non condividere il punto di vista del sindacato? È stato fin troppo tenero…

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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