Ennesimo fatto violento all’interno delle carceri piemontesi. Questa volta alla ribalta sale il penitenziario di Novara per un episodio avvenuto sabato scorso. Lo narra Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del SAPPE:

Due detenuti stranieri (uno dei quali psichiatrico) hanno litigato tra loro: ad avere la peggio, ancora una volta, è stato il personale di Polizia Penitenziaria, segnatamente il Sovrintendente di sorveglianza, che è dovuto ricorrere alle cure del vicino ospedale per la frattura di una mano. Solo grazie al professionale intervento del personale di Polizia Penitenziaria si è dunque evitato il peggio. La situazione è insostenibile: al collega ferito va la mia solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione”. 

Il SAPPE alza la voce

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà al poliziotto ferito a Novara ed è impietoso nella sua denuncia:Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che subisce la Polizia Penitenziaria. Ma sembra che a nessuno freghi nulla. La recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata dopo che è stato introdotto il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti liberi di girare per le Sezioni con controlli sporadici ed occasionali. Proprio come a Novara”. 

Con la situazione messa così, cosa ci si aspetta? Questo non è carcere…

Lo spiega bene Capece: “Servono interventi urgenti e strutturali per restituire la giusta legalità al circuito penitenziario. Bisogna intervenire sul regime custodiale ‘aperto’ e riaprire gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per separare le tipologie di detenuti. La Polizia Penitenziaria è stanca di subire, ogni giorno, gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non intercede ai livelli politici competenti, anch’essi non esenti da gravi responsabilità”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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