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Riceviamo e pubblichiamo le seguenti riflessioni inviateci dal blogger PierCarlo Lava:

Sulla questione del dissesto, deliberato dall’amministrazione comunale di Alessandria, se ne sta parlando da mesi: da un lato l’opposizione che afferma che si poteva evitare di prendere questa decisione e dall’altro la maggioranza che invece ritiene che non si poteva fare diversamente. Su questo punto, dato che si è trattato di un passaggio fondamentale, che ha dato il via a tutta una serie di problemi, per i cittadini, le famiglie, i lavoratori, i commercianti e le imprese, è ovvio che la polemica sia iniziata subito e stia ancora continuando, con comunicati, interviste e manifesti. Un botta e risposta continuo, quasi ossessivo, da entrambe le parti politiche, che distoglie l’attenzione e le forze delle stesse, da una difficile e complessa situazione e che certamente non fa bene alla città (come del resto purtroppo succede, anche nella politica nazionale, per il paese).

In tal senso, l’ultimo intervento in ordine di tempo è stato quello del segretario generale della CGIL Susanna Camusso, che si è espressa molto chiaramente, dichiarando che con la delibera del dissesto “la città si è auto condannata da sola e in questo modo pagano gli incolpevoli”, un’affermazione duramente contestata dagli esponenti della maggioranza, per i quali è sbagliata, come ampiamente dimostrato dalla documentazione della Corte dei Conti e non aiuta di certo a risolvere i problemi di Alessandria.
Su questo punto, anche i cittadini sono divisi, ma non avendo la possibilità di verificare in dettaglio, numeri, fatti e circostanze che hanno determinato questa decisione, si limitano a pensarla come i politici di riferimento, anche se è probabile, che data la situazione, sia in atto un cambio di opinione sul loro precedente pensiero politico, peraltro difficilmente quantificabile in quanto per capirlo si dovrà attendere le prossime elezioni.

Sulla questione, ovviamente, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma forse prima ci si dovrebbe quantomeno porre una domanda: è logico pensare che la maggioranza uscita vincente dalle elezioni, possa avere volutamente deciso di deliberare il dissesto (con tutte le prevedibili conseguenze che si sono poi manifestate), se ci fosse stata una minima possibilità di evitarlo?. Anche se un fatto è probabile, che quando la giunta ha scelto questa opzione, anzichè dimettersi, forse non pensava che poi sarebbe stato così difficile, se non quasi impossibile uscirne.
A questo punto, si tratta di salvare nel modo migliore possibile il salvabile, anche se a ben vedere, forse sarebbe il caso rivalutare alcune decisioni intraprese negli ultimi tempi, alfine di verificare se ci siano i presupposti per modificarle, con l’obiettivo di attutirne l’impatto (ad esempio, previo approvazione dei lavoratori e dei sindacati, autoriduzione delle stipendio, oppure, lavorare meno, per lavorare tutti).

Ma innanzi tutto occorre sperare (presupposto fondamentale, per evitare l’arrivo di un Commissario governativo e il conseguente scioglimento del Consiglio Comunale), che il Ministero approvi il bilancio triennale 2012, 2013 e 2014, che l’amministrazione presenterà entro il 15 ottobre 2013 e prenda in considerazione la situazione di Alessandria, concedendo più tempo per il riequilibrio dei conti e le risorse necessarie, fondamentali per aiutare la città ad uscire dalle sabbie mobili nelle quali sta sprofondando. In questa situazione, non manca però chi, incurante degli ulteriori danni per i lavoratori e la città, si augura, alfine di trarne un vantaggio politico alle prime elezioni, che si vada al dissesto 2.0, dando così un ennesima dimostrazione, di un pessimo esempio di vecchia politica.
Appare quindi evidente che il destino della giunta (già messo a dura prova dai problemi che si è trovata a gestire e dalle decisioni impopolari intraprese) e sopratutto della città, sia strettamente legato a ciò che succederà nelle prossime settimane.

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