Capita spesso di sentir dire che noi giovani di oggi non saremmo adeguatamente informati su ciò che ci circonda “non essendo interessati”. Ma è davvero così o si tratta di semplici luoghi comuni? Oramai sono anni che il mondo dell’informazione si interroga sulle esigenze dei giovani e su come questi ultimi si rapportino effettivamente con i media tradizionali.

Un punto di partenza sicuramente c’è ed è certo: infatti, le modalità attraverso le quali reperire informazioni oggi sono cambiate drasticamente. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente pubblicato lo studio “L’informazione alla prova dei giovani” che cerca di indagare la domanda di informazione dei giovani e l’offerta presente oggi in Italia: lo studio parla di una vera e propria “fuga delle nuove generazioni dai mezzi tradizionali con una tendenza verso una sola fonte di informazione, ovvero la rete, in particolare i social network (tramite profili creati appositamente come @apriteilcervello o @spaghettipolitics) ma anche grazie ad influencer “di fiducia” che utilizzano il proprio impatto mediatico e il proprio seguito per fare buona informazione in maniera rapida e fruibile (basti pensare anche semplicemente ai Ferragnez). L’elevata domanda di informazione tra i giovani si scontra quindi con una limitata offerta tradizionale, sicuramente ancora troppo poco aggiornata rispetto al linguaggio odierno.

Il modo in cui i giovani si interfacciano con i media tradizionali è dunque tendenzialmente sfuggente, titubante e a tratti disinteressato. Le news e l’accesso alle stesse devono essere rapidi e facili, questo proprio perché ciò che emerge è che le nuove generazioni sono propense ad accedere alle notizie in un modo semplice e sbrigativo tanto dal punto di vista del linguaggio quanto da un punto di vista iconografico. Non si capisce, però, perché tutto debba essere veloce, il rapporto con il tempo non è certamente ideale e va a discapito della qualità, inoltre la lettura facile denota una scarsa capacità di apprendimento.   I giovani desiderano essere coinvolti in maniera immediata e amano tutto ciò che è “fatto su misura” per loro: una informazione sostanzialmente mirata e diretta ai loro interessi. In questo modo è facile spiegare anche il successo delle newsletter che arrivano direttamente ai domini di posta elettronica di chi lo richiede con notizie selezionate ad hoc in relazione ai propri interessi e alle proprie preferenze o ancora le informazioni reperite scorrendo anche solo semplicemente la propria home di Instagram o Facebook.

Un altro aspetto interessante dello studio della AGCOM è che è stato messo in evidenza come l’informazione, in qualunque sua forma e a qualunque età, sia effettivamente una importante fonte di gratificazione e felicità: apprendere nuove cose, cercare curiosità… costituiscono sia uno stimolo che una risorsa, specialmente per le nuove generazioni sempre più curiose e motivate a spingersi oltre grazie anche alla possibilità di avere a disposizione mezzi che consentono, appunto, una informazione rapida ma al tempo stesso potenzialmente senza confini.

Riguardo questo ultimo aspetto va sottolineata quindi anche una ultima cosa (e non di poco rilievo): i giovani si informano infatti con curiosità, cercano le notizie attivamente ma soprattutto sanno come muoversi e si spera siano in grado di verificarne la veridicità. Una cosa è la comunicazione, altra è l’informazione e c’è una differenza  abissale tra le due componenti, lo dimostra il quantitativo “industriale” di fake news.

Ludovica Italiano

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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