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Storia di pendolare disagio in una regione dai trasporti impossibili

Sono tante le famiglie alessandrine e dei dintorni ad annoverare almeno un “pendolare” al proprio interno, per motivi di studio o di lavoro, da sempre. E la vita di queste persone è una vita ad ostacoli sin dalle prime ore dell’alba, alle prese con levatacce mattutine, coincidenze con autobus, camminate a passo svelto esposti ai capricci del meteo e corse contro il tempo per ritrovare, se si è fortunati, quel posto a sedere sul treno. Se poi, in carrozza, funziona anche il riscaldamento si fa festa. Storicamente la disponibilità di parcheggio nei dintorni della stazione ferroviaria alessandrina non ha mai brillato per qualità e quantità, chi prima arrivava più vicino parcheggiava, con l’indubbio vantaggio che, guardandosi indietro nel tempo, non si erano ancora palesati i vari divieti di sosta, le strisce blu e altre diavolerie. parcheggio-fantasma-2Oggi è diverso, è quasi impossibile evitare il gabello, e la “regola di ieri” oggi recita così: chi arriva prima occupa i pochissimi parcheggi “liberi” e gli altri pagano. Poi, quando meno te l’aspetti, accade che il Comune di Alessandria stipula un accordo con Ferrovie dello Stato per adibire a parcheggio l’area di appartenenza allo scalo ferroviario che costeggia Via Tiziano, stabilendo un “affitto” che il Comune paga per mantenere il parcheggio “gratuito” ai pendolari. Lodevole. Un successone. La struttura, malgrado l’infelice collocazione dell’ingresso e l’alto muro che la nasconde alla vista, è sempre piena. Passa il tempo e accade che Ferrovie dello Stato non rinnova più l’accordo e presenta il progetto di riqualificazione dell’area candidandosi, di fatto, alla gestione. Si comincia, cioè, a sentir puzza di fregatura. Nel 2011 ciò che si prospetta è ambizioso e, sulla carta, rivoluzionario per alcuni servizi legati alla mobilità: 303 posti a pagamento (più 7 per disabili), con nuovo ingresso dal piazzale Curiel, la realizzazione di un Movicentro (comprensivo di parcheggio per pulmann Arfea, autobus ATM, area di sosta, bar ed edicola) e restanti 206 posti “gratuiti”. Bene, anzi male, si torna a pagare (1 Euro all’ora) e, come sempre avviene in questo Paese, i tempi di realizzazione non vengono rispettati. L’area a pagamento viene inaugurata a marzo 2012, del resto dei lavori non c’è neppure l’ombra. Mentre la parte a pagamento risulta essere sempre semivuota, chi usufruiva dei residui posti gratuiti si vede impedire l’accesso a giugno di quest’anno per “l’imminente cantierizzazione dei lavori di rifacimento”. È lecito pensar male se, ad oggi, il parcheggio è un fantasma e di questi lavori non c’è traccia ma solo il ricordo di uno sgualcito avviso (oggi annientato dalle intemperie) che recitava “A causa dell’assenza delle minime condizioni di sicurezza e per motivi di decoro urbano la presente area è chiusa e l’accesso è vietato. E’ attivo il servizio di sosta nel parcheggio Metropark con accesso dal piazzale Curiel”? Il Sindaco Piercarlo Fabbio autore degli accordi con FS, oggi all’opposizione, a luglio 2013 ha proposto una petizione popolare sull’argomento. Nel frattempo l’Interregionale delle 6,15 aspetta sul binario 5 il suo carico umano, sempre che non porti ritardo anche lui.

Emanuele Villa

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