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Una giungla di barriere architettoniche che impedisce anche il più semplice gesto come quello di prendere un treno

L’Associazione Idea: “Nonostante i molti accorgimenti presi c’è ancora tanta strada da fare”

Quante volte ognuno di noi si è recato in stazione per prendere un treno?
C’è chi lo fa quotidianamente per raggiungere il proprio posto di lavoro o di studio, chi occasionalmente per viaggi di piacere, e chi invece è solito preferire i mezzi privati a quelli pubblici e usa il treno assai raramente.
Per la maggior parte delle persone viaggiare in treno rappresenta comunque un’azione semplicissima, banale, ma per altri, invece, salire su un treno e muoversi all’interno di una stazione ferroviaria è un’impresa ardua.
stazione-barriere-architettoniche-2Stiamo parlando dei disabili, i quali, dovendo muoversi con l’ausilio di una sedia a rotelle, sono chiamati a sfidare le barriere architettoniche che nel nostro Paese rappresentano ancora un ostacolo enorme.
Per saperne di più al riguardo, abbiamo incontrato Paolo Berta dell’Associazione Idea, che, da disabile, da più di vent’anni, lotta per il diritto alla mobilità affinchè i trasporti pubblici siano veramente accessibili a tutti.
“Tutto cominciò quando Oreste Corsi, con il quale fondai l’Associazione Idea, anch’egli disabile, salì su un treno diretto a Torino senza il regolare titolo di viaggio”, ci racconta. “Quando il controllore lo avvicinò per chiedergli il biglietto, lui rispose che non lo avrebbe pagato fino a quando tutti i disabili non sarebbero stati messi nelle condizioni di viaggiare dignitosamente. Quando la multa arrivò via posta, ci rivolgemmo ad un avvocato perché prendesse in esame il caso. La multa fu convalidata, ma il giudice definì sacrosanta la motivazione fornita da Oreste al ferroviere; facemmo quindi presente quanto accaduto a FS, che, dopo qualche anno, grazie a questa e ad altre segnalazioni, cominciò ad adeguare i treni. Ad Alessandria vennero stanziati alcuni fondi con i quali riuscimmo ad effettuare alcuni interventi alla stazione, mi occupai personalmente del progetto in quanto il budget limitato non ci permise la consulenza di un tecnico. Nonostante gli accorgimenti presi in quell’occasione, come la costruzione di uno scivolo di accesso per le carrozzine, l’adeguamento di un servizio igienico a norma di disabile, l’abbassamento del bancone della biglietteria e l’acquisto di un elevatore (strumento che permette di caricare la carrozzella sul treno, n.d.r.), c’è ancora molto da fare. Occorrono ad esempio gli ascensori che ci consentano di raggiungere in autonomia i binari, in quanto le rampe di scale presenti oggi sono assolutamente proibitive ed è necessaria quindi l’assistenza dell’accompagnatore che dovrebbe essere reperibile in ogni stazione. Prima di prendere il treno inoltre, un disabile farebbe bene a informarsi se la stazione di arrivo è provvista di elevatore, perché senza questo strumento la discesa dal mezzo è davvero problematica a causa degli scalini troppo alti. Per quanto riguarda i trasporti in città, ad Alessandria c’è un servizio organizzato da ATM e Cissacca dedicato ai disabili, i quali, pagando il prezzo di un biglietto, possono prenotare telefonicamente un pullmino che porta l’utente da casa sua a destinazione. Presto ho intenzione di organizzare un viaggio a Torino per verificare la qualità del servizio offerta ai disabili sui treni e sulla metropolitana, con lo scopo di evidenziare quali sono le carenze e i disservizi che ancora persistono.”

Marcello Rossi

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