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L’Associazione Socio Assistenziale dei comuni dell’Acquese fornisce ogni giorno una serie di servizi utili al cittadino soprattutto in difficoltà.
Servizi che vengono erogati e pagati dai comuni aderenti tra cui quello di Acqui Terme e numerosi comuni dell’Acquese, della Valle Bormida e dell’Alto Monferrato. In occasione del rinnovo della convenzione di questi servizi, l’ASCA è stata al centro di forti polemiche tra gli stessi soci “pubblici”, che lamentano perplessità su alcuni aspetti economici e gestionali ed anche sulla metodologia con la quale viene determinato il peso di ciascun Comune nell’associazione. In particolare il dibattito si è sviluppato dalla richiesta del Comune di Acqui, che chiede da tempo una posizione “di pari dignità” rispetto a tutti gli altri Paesi limitrofi aderenti all’associazione. “Acqui ha rinunciato alla posizione capofila nonostante il suo peso in numero di abitanti – fanno sapere i responsabili ASCA della città termale – ma reclama il diritto ad esprimersi allo stesso modo degli altri comuni per la scelta dei propri rappresentanti nei vari comitati decisionali. Nell’ultima riunione di metà aprile, tutti i comuni hanno trovato l’accordo, anche sul superamento di due centri di costo e di gestione, e sulla gestione del personale amministrativo-contabile.”

Giampi Grey

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