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Il secondo Consiglio Comunale della settimana si è occupato principalmente della questione dei rendiconti di bilancio per il 2012 e il 2013. L’argomento è particolarmente sentito e non è difficile comprenderne le ragioni, per cui, come atteso, maggioranza e opposizione hanno espresso posizioni decisamente opposte.

Maurizio Sciaudone (Nuovo Centro Destra) ha dato il via alla discussione criticando diversi aspetti del presunto “risanamento” della città. Secondo il consigliere, le spese sono sì diminuite, ma ciò è dovuto a scelte imposte dalla legge e non determinate da disposizioni consapevoli dell’amministrazione (per esempio, la chiusura delle circoscrizioni, la riduzione degli assessori e dei gettoni di presenza). I dipendenti o hanno subito tagli, come quelli dei buoni pasto, o, in alcuni casi, sono stati lasciati a casa. “Nonostante l’aumento della pressione tributaria, il disavanzo è aumentato”, ha affermato Sciaudone.

Domenico Di Filippo (Movimento 5 Stelle) ha puntato il dito contro il ricorso alle risorse straordinarie provenienti dalla Cassa Depositi e Prestiti per il pagamento degli arretrati della PA, segno, a suo parere, della “malagestione” dell’amministrazione. “Il rendiconto 2013”, ha detto, “presenta un disavanzo di 50.300.000 euro, di cui 47.000.000 sono stati inseriti nella massa passiva”, così che risultino solo circa 3.000.000 euro di debito. Secondo Di Filippo, questa pratica sta “proseguendo ancora senza sosta”. L’ammontare dei residui passivi è sui 43.000.000 euro, eppure manca un servizio di riscossione comunale, tanto che l’amministrazione intende cerca un esterno per occuparsene. “Non si conosce ancora l’ammontare complessivo dei debiti” e il supporto economico che dovrebbe arrivare da Roma non è all’orizzonte poiché “il decreto non è stato ancora approvato”. La situazione delle partecipate, che, a parere del pentastellato, “sta peggiorando”, è stata determinata dalle scelte dei “partiti storici”: essi hanno usato le aziende per motivi prettamente utilitaristici e non economici, assumendo tanti dipendenti, forse troppi rispetto al necessario. “Non lasciare indietro nessuno”, ha chiosato Di Filippo, citando un noto slogan della campagna elettorale del sindaco, “costerà molto caro al Comune”.

Piercarlo Fabbio (Forza Italia) ha sottolineato l’importanza della nomina di Giorgio Abonante all’assessorato al Bilancio nell’ottica di un ritorno a “ragionamenti politici”, dopo un lungo periodo dove l’hanno fatta da padrone “ragionamenti di ragioneria” sotto la gestione di Bianchi e Ferraris, assessori tecnici. L’ex sindaco ha notato come nella relazione ci siano varie discrepanze tra le cifre previste e quelle effettivamente accertate: per esempio, per il 2013 le entrate extra tributarie dovevano ammontare a 47.100.000 euro ma solo 14.400.000 sono stati accertati. “All’aumento della pressione tributaria, non è corrisposto un aumento dei servizi, semmai una loro riduzione”, ha denunciato Fabbio, “a danno delle famiglie, che hanno cercato tali servizi sul mercato”. Un punto sul quale l’esponente forzista ha insistito molto è stata la forte riduzione degli investimenti da parte dell’amministrazione, il che non ha aiutato il territorio a svilupparsi economicamente, in particolare in questo periodo di crisi strutturale del sistema produttivo. A suo parere, c’è la possibilità di smuovere qualche cifra a questo fine, per esempio buona parte dei 22.000.000 di euro del fondo di cassa.

Diego Malagrino (Moderati) ha alzato l’asticella degli obiettivi che l’amministrazione dovrebbe raggiungere, esternando il desiderio che si rientri all’interno del Patto di Stabilità e che venga risanato il disavanzo già nell’anno corrente e non entro i “tre esercizi successivi”, come previsto dalla legge. Soddisfazione generale per le scelte attuate dalla Giunta è stata espressa da Erik Barone e da Fabio Camillo (entrambi del Partito Democratico), che hanno ricordato come il peso di scelte politiche sbagliate del passato si stiano facendo sentire ancora oggi e come l’amministrazione abbia attivamente partecipato alla riduzione strutturale delle spese e dei disavanzi. Simone Annaratone (Italia dei Valori), Paolo Marchelli (Moderati) e Filippo Zaio (Insieme per Rossa) si sono espressi favorevolmente e, al tempo stesso, hanno consigliato di impegnarsi nella riorganizzazione interna al Comune, nel rientro nel Patto di Stabilità e nella riduzione della pressione tributaria. Renzo Penna (Sinistra, Ecologia e Libertà) non ha fatto mistero di non aver apprezzato alcuni passaggi del percorso intrapreso dall’amministrazione, che comunque ritiene positivo nel complesso. In particolare, si è augurato che i 15 dipendenti comunali, il cui rientro è stato imposto da una sentenza giudiziaria, possano tornare a far parte della struttura senza problemi. Ciro Fiorentino (Federazione della Sinistra), pur astenendosi, ha espresso sentimenti simili, approvando inoltre la possibilità di creare una multiutility che gestisca i servizi acqua, gas e rifiuti.

In conclusione di discussione, l’assessore Giorgio Abonante e il sindaco Rita Rossa hanno difeso le decisioni intraprese dalla loro amministrazione: i rendiconti, ha tenuto a sottolineare il sindaco, “portano con sè una scelta politica forte”, che ha cercato di affrontare il dissesto preservando il più possibile i livelli occupazionali, invece di lasciare tutto in mano a un commissario esterno. “Se avessimo chiuso tutti i servizi, il riequilibrio si sarebbe raggiunto già alla fine del 2012”, ha detto Rossa. Gli investimenti erano già in calo sotto l’amministrazione Fabbio e il patrimonio che si potrebbe liquidare per ricavarne risorse non è così significativo come le cifre tenderebbero a far credere (30.000.000 su un totale di 152.000.000, ha precisato Abonante). La votazione ha visto l’approvazione dei rendiconti con 19 voti favorevoli, 8 contrari (centrodestra, Lega Nord e M5S) e 3 astenuti (Fiorentino della FDS, Barosini dell’UDC e Raica del Gruppo Misto).

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