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Contro il Porto Tolle, avanti 2-0 a metà, 11 contro 10 alla mezz’ora della ripresa, i grigi riescono a perdere 3-2 su un campetto di periferia, che, diciamo la verità, resta un mistero come faccia ad essere omologato per la Seconda Divisione. E così la classifica dice ottavo posto, appena dentro la griglia dei promossi, però con i 3 punti, a quota 27, la squadra di D’Angelo sarebbe stata quarta, con altre prospettive per il girone di ritorno. Chiudere l’andata a 24 non è un gran risultato, però ci sono delle attenuanti: l’infortunio a Ferrari, la polmonite di Ferrini, il cambio in panchina e menate varie che, probabilmente, non si ripeteranno nel ritorno. Però… un dicembre perfetto fin qui, 9 punti in tre gare, è stato rovinato in venti minuti. Eh sì, perchè ieri, per un’ora e un quarto, è filato tutto liscio e sembrava a portata di mano l’en plein natalizio utile al rilancio della squadra. Confesso che, prima di vedere le immagini degli ‘high-lights’, per come è andata, qualche sospetto mi è venuto, magari condizionato dai processi in corso sul calcio. Ma poi no: viste le cose, non c’era niente di taroccato o combinato, è stata una dura realtà più allucinante di un incubo. Però non basta dire “nel calcio succede”. Lo so, lo sappiamo, però guardiamoci in faccia: questi se la tirano da professionisti, fanno solo quello, è possibile che escano dal match con la testa tanto da sembrare una squadra di ‘ammogliati’? Si sa che i rivali ‘scapoli’ alla fine corrono di più, ma così, davvero, non si può vedere. Non basta l’assenza di Cavalli a giustificare l’incapacità a gestire la gara, qui c’è qualcosa che non va. Sembrava che mister D’Angelo avesse risollevato il gruppo dalla depressione, dimensione in cui (parole del presidente) il predecessore Notaristefano aveva trascinato i giocatori, però quelli visti ieri sono pronti per il lettino dello psicanalista. Sarà stata, magari, quella brutta divisa bianca e rossa, che toglie identità e fa sembrare i grigi un’altra squadra, però, al di là della cabala, le cose viste ieri hanno bisogno di un segnale forte. Un castigo. E senza voler insegnare nulla ad alcuno, azzardo che una bella multa per scarso impegno, a questi giocatori, ci starebbe, sapendo quanto siano sensibili gli eroi in mutande quando li tocchi nel portafoglio. Poi una bella scrollata dell’allenatore farà il resto. Perchè qui non sono in discussione le qualità tecniche o atletiche, le scelte tattiche o le competenze del ds, ma la cattiveria agonistica, la voglia di lottare, l’aggressività, qualità che fan la differenza tra vittoria e sconfitta. E che mancano. Che il 2014 ci porti la Lega Pro. Auguri. (r.b.)

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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