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La Teoria delle Risonanze Evolutive, pubblicata sulla rivista scientifica Physica A (https://authors.elsevier.com/a/1ULC81M2-1up6h) descrive e spiega, con un approccio rivoluzionario, la storia dell’evoluzione delle specie dei viventi. La novità assoluta contenuta in questa teoria è che essa annulla l’importanza della selezione naturale e delle mutazioni casuali, che hanno caratterizzato la spiegazione darwiniana e neodarwiniana dell’evoluzione, dando moltissimo peso invece ai cambiamenti dei caratteri dovuti ad interazioni con l’ambiente ben diverse, come quelle epigenetiche. Applicando calcoli e formule usate per descrivere il fenomeno fisico delle risonanze, il nuovo modello permette di stabilire una condizione vincolante, senza la quale non è possibile avere l’evoluzione di una specie. Attraverso questa chiave, si comprende perché una specie si evolve in un’altra o perché alcune specie si sono estinte. Viene gettata nuova luce anche sul perché aumenti o diminuisca la velocità con cui una specie si evolve, risolvendo alcuni problemi della storia della vita rimasti aperti da secoli. La rivoluzione copernicana di questa spiegazione consiste nel porre al centro di tutto la stabilità dei sistemi biologici, anziché i loro piccoli mutamenti. Viene offerta, ad esempio, una spiegazione del perché dai 2 miliardi ai 500 milioni di anni fa l’evoluzione è stata praticamente ferma, cioè in una sorta di lunghissima stasi. Viene spiegato anche come mai, subito dopo tale stasi, la vita sia esplosa improvvisamente, facendo comparire sulla terra la stragrande maggioranza dei progenitori delle specie attuali. Sfruttando pochi, semplici e rivoluzionari principi, si riesce a spiegare dal punto di vista evolutivo anche l’era dei dinosauri, la loro estinzione e il successivo predominio dei mammiferi. La Teoria rifonda totalmente il modo in cui hanno origine nuovi organi, sistemi e apparati valorizzando il fatto che ogni parte è essenziale per il funzionamento del tutto. Per comprendere meglio il nuovo modello, è fondamentale considerare quei fenomeni – sperimentabili e verificabili – detti “transizioni di fase”, ovvero quelle trasformazioni radicali e rapide che hanno valenza universale, come ad esempio, l’ebollizione di un liquido che, per calore, passa allo stato gassoso, oppure la trasformazione di un metallo in un magnete. Questo nuovo paradigma assume come decisivo il concetto di complessità, che ci aiuta meglio a comprendere il passaggio delle forme di vita da una forma più semplice ad una complessità crescente. Caratteristica presente sin dalle origini, fino alla comparsa dell’uomo. A partire da queste nuove conoscenze, saranno possibili applicazioni scientifiche e tecnologiche importanti, in particolare in campo medico, si potranno ad esempio escogitare terapie per curare le malattie di origine batterica tramite estinzioni controllate dei batteri.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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