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Gianluca Nicoletti – Ed. Mondadori – 2013

Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico (chi non ricorda la pluri premiata trasmissione “Golem” su Radio Rai o l’attuale “Melog” su Radio 24?) tra i più intelligenti e arguti, dopo anni passati a scrutare gli atteggiamenti, i vizi e le contraddizioni dell’umano pensiero e della società, decide di svelare al pubblico la sua esperienza di padre con un figlio affetto da autismo, patologia comportamentale che alcuni studi rivelano in crescita e le cui cause altri imputano ad effetti collaterali dei vaccini. L’uso sapiente della parola, che da sempre professionalmente lo contraddistingue, accompagna il lettore nel percorso di vita segnato, doloroso, sorprendente e silenzioso del figlio Tommy; le diagnosi incerte o sbagliate, le false speranze, i test che si susseguono, i segnali via via più concreti e la consapevolezza della realtà, quella dura, che ti fa capire che tuo figlio avrà sempre bisogno di assistenza.
Copertina-libro-NICOLETTILa vita che cambia, gli equilibri famigliari messi in discussione fino alla parziale resa della madre, oggi ugualmente innamorata del figlio ma intimorita dalla sua fisicità da adolescente cresciuto più della media, le cui effusioni facilmente si traducono in “carezze manesche” e la gestione, il compito di frenare l’irruenza di un “gigante riccioluto”che pian piano passa alla figura paterna. “Porto addosso i segni delle sue mani e dei suoi denti, ne vado fiero come ferite di guerra…”, dichiara l’autore, l’esuberanza di Tommy può far male a chi gli sta vicino. Oggi, l’intellettuale Nicoletti, vive la quotidianità fianco a fianco del figlio, nelle ore libere e in quelle di lavoro; non potrebbe fare altrimenti, ha assunto pienamente il ruolo di padre, consapevole che nel mondo in cui viviamo non esiste nulla a misura di un autistico cresciuto. Nel libro descrive con efficacia come negli anni sia riuscito ad abituarsi alle diversità di Tommy, al suo vocabolario base di non più di dieci parole, ai suoi silenzi e alle stravaganze improvvise, dichiarandosi fortemente intenzionato a sopperire alle mancanze strutturali e terapeutiche, preoccupato, oggi, molto più della futura felicità di suo figlio e convinto che la sua esperienza descritta nel libro possa aiutare i tanti genitori rassegnati: “[…]Perché a me mio figlio sta bene anche così. Vorrei solo potermi inventare per lui una vita felice, sono convinto che sia possibile, basta crederci”.

 

Emanuele Villa

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