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Mercoledi 17 maggio, alle ore 21,15, presso il Cineteatro Macallé di Castelceriolo (AL), una serata interamente dedicata al film di Michael Cimino I cancelli del cielo, dramma western epico, durante il settimanale appuntamento con il corso “Cinema, introspezione, empatia”, organizzato dalle Edizioni Falsopiano e dal Circolo Adelio Ferrero. Il film, opera cinematografica straordinaria e moderna di cui esistono diverse versioni a seguito del clamoroso crack finanziario in cui fu coinvolto alla sua uscita, sarà commentato da Roberto Lasagna, che introdurrà il tema della censura cinematografica e racconterà il mondo cinematografico di Cimino, autore di 7 lungometraggi da Una calibro venti per lo specialista (1974) a Verso il sole (1996). L’incontro terminerà attorno alle 23,30.

L’ingresso costa 10 euro, per gli iscritti a Circolo del Cinema Adelio Ferrero ridotto a 7 euro. Per informazioni: Cinema Macalle’, via Marsala 1, Castelceriolo (Al); tel. 0131/585001

Michael Cimino, celebre per il successo de Il cacciatore (1978) e L’anno del dragone (1985), vigoroso e disincantato interprete dell’epopea americana, è un regista di grande cultura che sul finire degli anni Ottanta si trovò, dopo i cinque premi Oscar ottenuti dal suo film Il cacciatore, ad avere carta bianca dalla casa di produzione “United Artists” per girare un nuovo film: invece di realizzare un film facile e di sicura presa commerciale, egli condusse l’epopea produttiva de I cancelli del cielo, disponendo di un budget imponente e andando incontro a traversie e contrasti di cui per anni si è favoleggiato; contrasti e leggende che influirono sulla sorte del film nelle sale. Quella che originò dal suo film fu però una grande lezione di cinema e una prova di cultura. Oggi possiamo riconoscere al film di Cimino l’evidenza di essere un caso unico e irripetibile, l’ultimo capolavoro imperfetto e insuperato del sistema-cinema di quell’epoca: un western diverso da tutti gli altri, che riproduce con estremo realismo la città di Casper e la contea di Johnson dove è ambientata la vicenda del film, una storia che possiamo comprendere meglio oggi (la guerra per difendere i diritti civili degli immigrati che raggiungono l’America di fine Ottocento e vanno incontro alla violenza del sistema) e che si esprime nella sua profonda visione cinematografica.
Epico, lirico, disperato, straziante, smisurato e maestoso, il film di Michael Cimino fu utilizzato e strumentalizzato politicamente sin da prima dell’uscita nelle sale, per additare lo sperpero produttivo dei cineasti “autori” e segnare la fine di un’epoca (a Coppola che stava realizzando ApocalypseNow e a Warren Beatty che stava realizzando Reds, con overbudget come quelli del film di Cimino, andò molto meglio anche negli anni a seguire, mentre a Cimino non sarebbe stato perdonato nulla). Dopo I cancelli del cielo il cinema avrebbe imboccato con violenza la direzione suggerita dalle multinazionali del consumo. La poesia, la visione d’autore, l’intensità stilistica ed espressiva di un autore come Michael Cimino sarebbero state messe al bando senza ripensamenti.
Per il regista iniziò un lungo periodo di difficoltà, anzitutto nel trovare nuovi produttori; vi furono decine di progetti annunciati e non realizzati e  solo quattro film dopo I cancelli delcielo, fino all’ultimo, Verso il sole, presentato con grande successo a Cannes 1996 e uscito in America unicamente nell’home video. Un autore intenso e sensibile, considerato di volta in volta fascista all’uscita de Il cacciatore e troppo democratico all’uscita de I cancelli delcielo, molto più amato in Europa che negli Stati Uniti.  Negli ultimi anni il regista, che in giovane età si laureò in architettura ed esordì come sceneggiatore, raccolse le sue idee e realizzò due romanzi usciti anch’essi soltanto in Europa.
Michael Cimino, scomparso da solo nella sua casa di Beverly Hills il 2 luglio del 2016 a 77 anni, aveva avuto il tardivo riconoscimento di vedere presentata e accolta con grande entusiasmo, durante l’edizione 2014 della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, la versione restaurata del “Director’s Cut” de I Cancelli del Cielo. E la stessa cosa avvenne in Francia, davanti a un pubblico di quattromila persone, per una proiezione voluta dalla Cineteca di Francia.
Barbara Rossi
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