Il card. Ratzinger nella chiesa di Frugarolo con mons. Bovone e i suoi nipoti Raimondo e Alberto

Con la morte di Benedetto XVI, questa mattina a 95 anni in Vaticano (ore 9.34), è finita l’era dei 2 Papi viventi. Momento ‘unico’ nella storia della chiesa, iniziato proprio con le sue dimissioni il 28 febbraio 2013. Joseph Ratzinger è stato il 265° vescovo di Roma, primo papa tedesco 947 anni dopo Stefano IX (1057-1058). Partecipò a 3 Conclavi, da cui uscirono papa Luciani, papa Wojtila e lui stesso. E visse da fuori, non senza influire secondo molti, un 4° Conclave, quello che elesse Francesco.

E quindi oggi inizia il papato ‘da solo’ di Francesco, assurto al soglio di Pietro il 13 marzo 2013, ma con Benedetto XVI ancora vivente e già emerito, dopo le dimissioni. Intendiamoci: il Papa è uno solo, ed è quello in carica, ma in questo periodo di convivenza alcuni hanno voluto leggere indebite intromissioni. Le scarne cronache di Oltre Tevere raccontano che fra i due ci sia sempre stato un buon rapporto: Francesco spesso visitava Benedetto, pregavano insieme, certamente parlavano dei problemi della Chiesa. Ultimamente il papa argentino ha definito il collega emerito ‘un santo’.

Ratzinger in provincia

La prima visita ufficiale la fece da cardinale (come tutte le altre, da papa non venne mai), nel maggio 1984, in occasione della nomina ad arcivescovo di mons. Alberto Bovone, mio zio. Presiedette la celebrazione il 12 maggio e, con il nuovo arcivescovo, proseguì la stretta collaborazione presso la Congregazione della Dottrina della Fede, il ministero cardine della Chiesa, durata ben 11 anni.
Poi tornò nell’autunno ’93, questa volta a Frugarolo, paese natìo di mons. Bovone. L’occasione fu la inaugurazione delle vetrate donate dallo stesso prelato dopo il crollo parziale della chiesa. Realizzate da una ditta polacca specializzata, le 2 splendide vetrate furono benedette dal card. Ratzinger.

Ratzinger in privato

L’ho incontrato personalmente diverse volte, diciamo 4 o 5. Non posso certamente dire di averlo conosciuto bene, ma per via del rapporto privilegiato che aveva con mio zio, conoscevo aspetti del personaggio ignoti ai più. A cominciare dalla pronuncia del cognome: tutti mettiamo l’accento sulla a, cioé Ràtzinger, ma in realtà la pronuncia corretta tedesca sarebbe Ratzìnger, accento sulla i.

Lo scoprii una volta con mio fratello, quando facemmo visita al suo segretario storico mons. Clemens, che ci svelò che, anche da papa, talvolta usciva in segreto dal Vaticano con mons. Gänswein, andando a trovarlo. Così, tanto per mangiare insieme e parlare un po’ in tedesco. Proprio allora Clemens ci svelò la pronuncia esatta, spiegando che ormai il mondo pronunciava Ràtzinger e la cosa andava accettata.

L’altra cosa che la gente non sa è questa: dopo la morte dello zio card. Bovone (17 aprile 1998), il card. Ratzinger veniva in visita privata al cimitero di Frugarolo, a trovare l’amico e a pregare. Lo faceva senza proclami, senza dirlo, accompagnato solo dal segretario Clemens.
E la cosa si sapeva tempo dopo, quando qualcuno del paese raccontava di averlo visto per caso.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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