ROMA (ITALPRESS) – “Sul fine vita serve una legge nazionale. Mai fatto guerre di religione, ma ho guardato sempre in faccia la realtà. Ricorda col Covid? Sono stato il primo a istituire la zona rossa, a chiudere tutto, carnevale di Venezia compreso, mentre altri organizzavano gli spritz…”. A dirlo in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Quello della Regione Veneto “non è un regolamento. E’ una circolare, che dovrebbe fissare delle regole, in quanto il fine vita esiste già. C’è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi 4 requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. In Veneto abbiamo avuto 7 domande. La domanda bisogna farla alle ASL, poi decide un comitato etico”.

Della legge fatta in Toscana dice: “Penso che il governo la impugnerà. Ma il punto è che non possiamo fare 20 leggi regionali diverse, tutte a rischio. Ma non si può nascondere la testa sotto la sabbia, facendo finta che il fine vita non ci sia. I sondaggi dicono che gli italiani sono largamente favorevoli. La politica dovrebbe tenerne conto, sui temi etici non deve prevalere la casacca politica”.

– foto Ipa Agency –
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