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Una legge divide lItalia in sei zone termiche e stabilisce il numero di ore in cui è consentito tenere accesi i riscaldamenti. In caso di situazioni particolari; è opportuno trovare un accordo tra i condomini Siamo un condominio di quattro appartamenti ed uno studio medico. Il riscaldamento è centralizzato; esistono delle regole; o consigli; per poter conciliare le diverse esigenze riguardanti lorario di riscaldamento? specifico che lo studio medico effettua lambulatorio durante le ore pomeridiane o mattutine quando la totalità dei condomini sono al lavoro. Ringraziando per qualsiasi aiuto ci possiate fornire.Innanzi tutto occorre precisare che lItalia è divisa in zone climatiche per laccensione del riscaldamento; che vanno da un minimo di 6 ore giornaliere ad un massimo di 14 ore giornaliere; fino ad non avere limiti nelle zone particolarmente fredde. E naturale che le ore di funzionamento dellimpianto debbono essere quelle della prima mattina e del pomeriggio/sera quando le temperature tendono a scendere; molti condomini; infatti; non utilizzano il riscaldamento nelle ore più calde della giornata; in ogni caso si richiede una scelta intelligente dellaccensione che tenga conto delle esigenze delle persone che abitano nel condominio per evitare spiacevoli contrasti. Diverso è il discorso per gli impianti a contabilizzazione di calore; o cosiddetti impianti a termovalvole; che non sono soggetti ad alcuna limitazione di orario. Limpianto a termovalvole consente di evitare gli sprechi e permette a ciascun condomino di regolare il calore autonomamente nella propria abitazione. Una sorta di ibrido; a metà fra centralizzato e termoautonomo. Limpianto a termovalvole sfrutta la colonna del riscaldamento centralizzato tradizionale e la caldaia unica condominiale. Ma ogni radiatore viene munito di una valvola destinata a svolgere la doppia funzione di regolazione della temperatura stanza per stanza e di misura automatica e continuativa della quantità di calore che la caldaia centralizzata fornisce a ciascun radiatore. Risultato: si riscalda con maggiore autonomia e si risparmia. Si paga; infatti; in base al consumo e non più in base ai millesimi; come per gli impianti di vecchio tipo. La manutenzione; infine; viene ripartita in parti uguali fra i condomini. Secondo gli esperti di Immobiliare.it; riconvertire un riscaldamento tradizionale in uno a termovalvole è più semplice del previsto e la spesa per appartamento si aggira attorno ai 1000 euro. Dal punto di vista legale; per riconvertire un vecchio impianto condominiale basta la maggioranza dellassemblea.

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