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A causa della crisi la tavola degli italiani si è impoverita, il carrello dello spesa è sempre più magro ma, nonostante ciò, lo spreco di cibo non si arresta.
76, infatti, sono i chili di prodotti alimentari che ognuno di noi butta nel bidone della spazzatura ogni anno, 25 per cento in meno rispetto agli ultimi cinque anni. Il dato emerge da un’analisi Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione proclamata dalla Fao.

“Il contenimento degli sprechi – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – è forse l’unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione degli italiani alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina e alla riutilizzazione degli avanzi”.
Un problema etico con effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo dello smaltimento nei confronti del quale è giusto intervenire sia nei Paesi sviluppati che in via di sviluppo: è necessario, quindi, intervenire per una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola ed alimentare per combattere la povertà e la fame.

“La politica e l’economia – continuano Paravidino e Moroni – hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole fino ad arrivare a trattare il cibo come una merce qualsiasi. Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili, il cosiddetto land grabbing, 71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi, e il dramma della fame in quelli poveri”.

E’ necessario ora che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo.
Qualche soluzione per contenere gli sprechi?

Il ritorno più frequente in tavola dei piatti del giorno dopo cucinati ricoprendo le ricette Made in Italy, che rappresentano un’ottima soluzione per salvare dal bidone frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati avanzati: dalle ottime polpette di carne alle frittate di pasta per riutilizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avanzate avvolgendole in una croccante sfoglia sino alle classiche macedonie di frutta.

“Le esperienze del passato portano gli anziani a sprecare meno dei giovani e le famiglie meno dei single, i quali peraltro sono spesso costretti – concludono Paravidino e Moroni – ad acquistare maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati. E’ importante sottolineare però che la crisi non incide sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadini che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale anche se esiste in realtà una polarizzazione nei comportamenti. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consumatore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare”.

E’ bene ricordare che la qualità al giusto prezzo si trova nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove viene premiato un modello di spesa in grado di valorizzare il Made in Italy, garantendo sicurezza e rispetto dell’ambiente.

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