ROMA (ITALPRESS) – “Il consiglio europeo ha in agenda diversi temi di estrema rilevanza, ma ad occupare un ruolo di primo piano sarà, ancora una volta, la guerra di invasione russa all’Ucraina”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. “Mosca è impantanata in questa guerra, ha conquistato l’1,45% del territorio ucraino a costo di enormi sacrifici, e questa enorme difficoltà è l’unica cosa che può costringere Mosca a un accordo. A Berlino c’è stato un clima costruttivo e unitario, ne è scaturita una dichiarazione unitaria che riprende le priorità che l’Italia ha sostenuto in questi mesi. Il cammino verso la pace non può prescindere dallo stretto legame tra UE e USA, che non sono concorrenti, condividono lo stesso obiettivo, ma hanno sicuramente angoli di visuale non sovrapponibili, dati soprattutto dalla diversa posizione geografica”.

Poi la premier ha proseguito così: “L’ipotesi di un dispiegamento di forze, guidato dalla coalizione dei volenterosi, è su base volontaria e ribadisco che l’Italia non intende di inviare soldati in Ucraina. Il rafforzamento della posizione negoziale ucraina si ottiene soprattutto mantenendo chiaro che non intendiamo abbandonare l’Ucraina al suo destino nella fase più delicata degli ultimi anni. È chiaramente una trattativa molto complessa, che per compiersi non può prescindere dalla volontà della Russia di contribuire al percorso negoziale in maniera equa, credibile e costruttiva. Purtroppo, ad oggi, tutto sembra raccontare che questa volontà non sia ancora maturata – ha ribadito Meloni – e lo dimostrano i continui bombardamenti su città, infrastrutture e popolazione inerme, con pretese irragionevoli che Mosca sta veicolando ai suoi interlocutori. La principale delle quali riguarda la porzione di Donbass non conquistata”.

In seguito Giorgia Meloni ha sottolineato con chiarezza: “L’Italia ha deciso di non far mancare il proprio appoggio al Regolamento che ha fissato l’immobilizzazione dei beni russi senza, tuttavia, avallare alcuna decisione sul loro utilizzo. Lo abbiamo fatto, non condividendo il metodo utilizzato, perché non vi siano dubbi sulla linea coerente di sostegno che il Governo ha sempre mantenuto nei confronti dell’Ucraina. A differenza di quanto narrato dalla propaganda, il principale ostacolo ad un accordo di pace è l’incapacità russa di conquistare le 4 regioni ucraine che ha unilateralmente dichiarato come annesse, già a fine 2022, addirittura inserendole nella costituzione russa come parte integrante del proprio territorio. Questo azzardo ha portato al paradosso che quei territori, formalmente inseriti nella costituzione russa, siano oggi sotto controllo ucraino. Da qui la richiesta russa che l’Ucraina si ritiri dall’intero Donbass.

Questa la conclusione: “E’ chiaramente questo, oggi, lo scoglio più difficile da superare nella trattativa, e penso che tutti dovremmo riconoscere la buona fede del presidente ucraino, che è arrivato a proporre un referendum per dirimere questa controversia. Proposta, però, respinta dalla Russia. In ogni caso, sul tema dei territori, ogni decisione dovrà essere presa tra le parti e nessuno può imporre da fuori la sua volontà”.

– Foto: Ipa Agency –

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