Cia Alessandria-Asti e Confagricoltura Alessandria hanno lanciato l’allarme sulla situazione economica che investe i principali comparti produttivi della provincia di Alessandria, con prezzi che non coprono i costi di produzione sostenuti. In particolare, lo stato di crisi riguarda i cereali, le uve e le nocciole.

CEREALI – L’annata 2025 è stata buona per qualità e quantità, ma l’aumento di pochi euro nel corso degli anni non porta l’equilibrio con i costi di produzione. Secondo i dati della Camera di Commercio di Alessandria (Commissione Prezzi del 22 settembre), la rilevazione per il frumento tenero biscottiero è di 205 euro/tonnellata, in salita rispetto al marzo 2024 (194-197 euro/tonnellata), ma sotto i 250 euro/tonnellata non è economicamente redditizio produrre.
Il mais in queste settimane va a 230 euro/tonnellata (indice della Granaria di Milano, ma la stima per la redditività minima, secondo Cia Alessandria-Asti, è di 260 euro/tonnellata.
NOCCIOLE – La Tonda Gentile Trilobata ha raggiunto un prezzo di 500/550 euro/quintale, ma la produzione è drasticamente diminuita fino al 60%.
UVA – A vendemmia ancora in corso c’è molta incertezza sui prezzi, nonostante una buona produzione in termini di qualità. Le rilevazioni non sono ancora avvenute, ma alcuni produttori riferiscono di avere conferito il prodotto senza avere definito il prezzo.

L’agricoltura alessandrina non attraversa un buon momento, con le conseguenze dovute al cambiamento climatico (estati torride, siccità alternata a precipitazioni tropicali e continue alluvioni). Inoltre, le importazioni dall’estero incidono sull’economia del territorio, con gli oltre 10 milioni di quintali di grano tenero portato in Italia per l’industria dolciaria, più della metà dei quali destinati in Piemonte. CIA e Confagricoltura sostengono che le dinamiche di mercato dovrebbero considerare anche i costi per la produzione delle materie prime che, negli ultimi 3 anni, hanno subito un considerevole aumento, con un picco insostenibile nel 2023.

LE PAROLE – Così Paola Sacco, presidente Confagricoltura Alessandria: «La politica agricola europea vuole mettere meno risorse per le imprese, concentrate in un solo fondo e stanziate su piano statale. Abbiamo bisogno dell’esatto opposto: semplificazione burocratica, più soldi e maggiore distribuzione della catena del valore. Le aziende agricole hanno diritto a una giusta remunerazione e i consumatori a prodotti di qualità, tracciabili e ad un prezzo equo».
Così Daniela Ferrando, presidente Cia Alessandria-Asti: «In un contesto economico come quello attuale, è sempre più difficile garantire un futuro sostenibile alle attività agricole. Le aziende sono chiamate a operare tra variabili che sfuggono al loro controllo, con eventi climatici estremi sempre più frequenti. Il rischio reale è quello di perdere imprese, territori e un patrimonio produttivo che non è più in grado di reggere da solo».
