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Quello che fino a qualche tempo fa poteva sembrare un sogno o unipotesi un po visionaria oggi è una realtà importante del panorama culturale e turistico della provincia di Alessandria. Stiamo parlando del Marengo Museum; la struttura inaugurata nello scorso mese di giugno nellottocentesca Villa Delavo e; a 4 mesi dalla sua apertura; già meta di migliaia di visitatori. E proprio il dato relativo allutenza del museo è il segnale più confortante da registrare finora: un pubblico che arriva da lontano (il 50% almeno; da fuori regione); con un buon livello di istruzione; un pubblico che tende a diminuire; col passare del tempo; nella media detà; un pubblico che arriva per vedere il museo e vorrebbe potersi fermare; se ce ne fosse la possibilità; ad Alessandria per conoscerla e visitarla. Tutti quanti; nei questionari distribuiti per testare il livello di soddisfazione della visita; esprimono poi un elevato livello di apprezzamento circa lesposizione; lallestimento; il servizio di accompagnamento e accoglienza. Ma cosa si può vedere al Marengo Museum? Il progetto del percorso museale prende avvio da unaccurata ricerca; frutto di anni lavoro. Lelaborazione; redatta da un tavolo scientifico a cui hanno lavorato storici e operatori del settore museale; muove dalla necessità di dare al vecchio museo della battaglia unidentità nuova e una fruibilità più estesa. Gli stessi interventi operati sulla viabilità e su Villa Delavo indicano come fosse proprio la rivalutazione del sito di Marengo il primo obiettivo che la Provincia di Alessandria volle definire. Un luogo che doveva tornare; in primis; fruibile come patrimonio degli alessandrini per poi raccontare quei fatti e quei giorni di 210 anni fa con un linguaggio nuovo; frutto di uninterpretazione il più possibile accurata; attento alle esigenze di nuove tecniche di comunicazione e sensibile alle esigenze di un pubblico non necessariamente informato sulla battaglia e il suo tempo. Definiti questi presupposti si è è dunque proceduto alla progettazione del percorso museale; con lattenzione imposta da un contenitore (Villa Delavo; appunto) già ricco di suo di beni di interesse; come i mosaici dei pavimenti e le decorazioni e gli affreschi di muri e volte. Il museo offre dunque la possibilità di scoprire (o riscoprire) questa elegante villa di metà Ottocento e poi sviluppa la vera e propria narrazione; mescolando elementi diversi dai video alla grafica alle riproduzioni; ricostruendo i mesi e i fatti che portarono alla battaglia di Marengo nella storia del nostro paese; nelle stanze del potere di Vienna e Parigi; nei progetti e nelle ambizioni di Bonaparte. Un racconto che nello svilupparsi di spazi e ambienti (900 metri quadrati di allestimento in 19 stanze) cerca di descrivere il contesto e le condizioni in cui maturarono i fatti di quel giugno del 1800; le forze in campo; la condizione e la qualità di eserciti e armamenti; limportanza della strategia e della fortuna; le condizioni logistiche e meteorologiche e come influirono sul risultato finale di quella battaglia. Una storia che vuole raccontare un fatto fondamentale per la storia europea; ma straordinariamente vicino a noi; che vuole raccontarla in maniera innovativa; lanciando segnali coraggiosi nei linguaggi e negli stili; contaminando e avvicinando segni diversi come Villa Delavo; costruita nel 1847 e la Piramide di acciaio e ghisa edificata 162 anni dopo. Ovvio che un investimento così importante rappresenti il segnale di una volontà precisa; quella cioè di promuovere; attraverso un progetto ambizioso e innovativo; il nome di Marengo e del territorio che lo circonda. La collaborazione con le istituzioni scientifiche più accreditate e la recente nomina della Provincia di Alessandria a coordinatrice per lItalia delle città napoleoniche; la decisione di veicolare il Marengo Museum nelle rassegne e nella manifestazioni del settore turistico e culturale a cui lente ha partecipato confermano questa determinazione. Un percorso che ha bisogno di risorse e impegno nellinteresse di tutti.

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