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Una lunga giornata di protesta e guerriglia. Lo schieramento contro la realizzazione del tratto della Tav in Val di Susa domenica mattina ha marciato compatto; esibendo una grande forza di numeri (circa 60-70mila persone secondo gli organizzatori) rimanendo pacifico nel ribadire il proprio no all’alta velocità e alla perforazione della montagna. Ma verso metà mattinata il clima è cambiato: alcuni gruppi di manifestanti sull’altro versante della valle hanno cercato di sfondare le recinzioni appena montate lungo il cantiere di Chiomonte. Ed è cominciata una guerriglia diventata via via più violenta; sfociata in veri e propri scontri con le forze dell’ordine. La situazione è tornata calma soltanto molte ore dopo; verso le 17; quando i manifestanti hanno cominciato a ripiegare. Poco dopo una delegazione di manifestanti; a braccia alzate; ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia sul ponte della valle Clarea. Il bilancio degli scontri è grave: le forze dell’ordine lamentano 188 feriti. Anche tra i No Tav i feriti sarebbero intorno alle 200 persone. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha condannato con forza le violenze.

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