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Mentre ricercatori e medici; animati da ambizione conoscitiva e dal desiderio fervido di trovare una cura risolutiva al mesotelioma e alle altre patologie correlate allamianto; studiano e si impegnano ogni giorno; sforando gli orari standard e inciampando anche negli ostacoli dalla burocrazia; cè ancora chi; dopo aver sciorinato elenchi di altisonanti titoli accademici; è disposto a sedersi davanti al tribunale di Torino per mettere in dubbio le diagnosi del mal damianto. I consulenti degli imputati Louis De Cartier e; ancor più; di Stephan Schmidheiny; al processo Eternit; si ostinano a ripetere che le conoscenze certe sul mesotelioma sono relativamente recenti e che negli anni in cui il belga e lo svizzero erano ai vertici della multinazionale; poco si sapeva. Un accidente! Hanno già replicato in molti a queste tesi. Ieri lo ha fatto anche il professor Luigi Mara autore della consulenza tecnica condotta con lingegner Bruno Thieme; per conto di alcune parti civili; tra cui Medicina Democratica. Dopo aver punteggiato le tappe delle conoscenze scientifiche su asbestosi; carcinoma polmonare e mesotelioma a partire dal 1800; il professor Mara ha ribadito quanto già altri esperti tra cui Francesco Carnevale; Stefano Silvestri; Barry Castleman avevano evidenziato senza ombra di dubbio: Lo studio di Wagner; a inizio anni 60; che provava in modo inoppugnabile la correlazione tra amianto e mesotelioma; colpì il mondo scientifico con la forza di una tempesta e ovunque si cercasse il mesotelioma ben presto lo si trovava. Lo si trovava; ha riferito Mara – presentando un istogramma e una piantina dItalia particolarmente significativi -; soprattutto nelle province dove lamianto veniva lavorato: a partire da Alessandria (per via dellEternit di Casale); cui seguono Gorizia; La Spezia e Genova per i cantieri navali con tassi di mortalità da 2 a 5 volte superiori alla media nazionale; secondo rilievi riferiti al periodo 1988-1997. Ieri; alla 36a udienza del processo; il professor Mara è andato oltre; controbattendo severamente la tesi del professor Chiappino secondo il quale soltanto linalazione di fibre ultracorte e ultrasottili causerebbe il mesotelioma. E; poiché fino agli anni 80 non cerano filtri adeguati a trattenerle è la tesi sposata dalla difesa degli imputati mancavano gli accorgimenti tecnici per evitare linalazione. Vero? Mara dice ben diverso: Le osservazioni sperimentali evidenziano linsorgenza di mesotelioma anche con fibre di lunghezza ben superiore di cui si poteva contenere con adeguate protezioni la diffusione. E; in ogni caso; anche per quelle ultrasottili un accorgimento sicuro cera eccome; in Gran Bretagna lo si indicava già nel 1930: La soppressione dellamianto è la migliore prevenzione. Non solo lappello fu ignorato; ma fu celato con ogni mezzo. Gli esperti della difesa mettono anche in dubbio la fondatezza delle diagnosi di mesotelioma; ritenuta inoppugnabile solo dallavvento dellindagine immunoistochimica. Una validissima tecnica diagnostica; questultima; come ha confermato il dottor Pier Giacomo Betta; ricercatore di fama internazionale; primario dellAnatomopatologia dellospedale di Alessandria; e prima ancora del S. Spirito di Casale; oltre che responsabile della Banca Biologica del mesotelioma del Piemonte. Arrivato a Casale; alle fine degli anni 80; ho dato avvio alle indagini immunoistochimiche nella diagnosi del mesotelioma; ma ciò non significa che le diagnosi precedenti non fossero fondate ha riferito ieri. Anzi: Comparammo le diagnosi tradizionali eseguite tramite anamnesi e analisi microscopiche e macroscopiche su liquidi e tessuti con quelle immunoistochimiche e riscontrammo una sovrapposizione di esiti; con pochissime unità di scarto. Nei centri come Casale; dove la patologia è diffusa ha proseguito il consulente della procura -; si sviluppa nei medici una professionalità specifica: si impara a conoscere la malattia e a fare una diagnosi senza errore; indipendentemente dalla immunoistochimica; che è tanto; ma non è tutto. Sui numeri; il professor Betta ha tenuto a sottolineare un dato che apre uno spiraglio di speranza: Per la prima volta nel 2010 si è assistito a una diminuzione delle diagnosi di mesotelioma a Casale; da una cinquantina a 30 in un anno. Ciò sostiene il convincimento che più si riduce la fibra; più diminuisce lesposizione e il rischio di ammalarsi. Ma le migliaia di vittime elencate nel capo daccusa non esauriscono; purtroppo; la portata della tragedia e si fermano al 2007. I pm hanno dunque chiesto al dottor Betta di fornire lelenco delle vittime di mesotelioma conteggiate nella Banca dati dal 2008 a oggi. Il disastro; appunto; ha ancora una connotazione permanente come recita il capo di imputazione. Ultimo aspetto; evidenziato da Mara; e anche dalla dottoressa Donata Bellis (che si è soffermata soprattutto sulla correlazione tra amianto; carcinoma polmonare e fumo di tabacco); è che tutti i tipi di amianto (non solo quello blu) possono provocare il tumore.

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