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La mucca pazza torna a fare paura. Il caso della donna livornese contagiata dal morbo ha fatto scoppiare una nuova psicosi in Italia. Gli specialisti assicurano che non esiste alcun allarme. La donna potrebbe aver contratto il virus alla fine degli anni Novanta; poich i tempi di incubazione sono incerti e lunghi. La certezza di essere davanti al secondo caso italiano di "mucca pazza"; la prima vittima; nel 2003 fu una studentessa siciliana di 27 anni; la scienza pu averla soltanto dopo l’autopsia. I ministeri della Salute; del Lavoro e dell’Agricoltura sostengono che le attuali "misure normative e di gestione vigenti in Italia; siano idonee a garantire la sicurezza degli allevamenti". Anche la Cia; Confederazione italiana agricoltori; invita ad evitare "allarmismi inutili e dannosi". Per Giampiero Amelio; vice presidente della Cia provinciale e presidente della sezione Bovini Piemontese; gli allevamenti italiani; e piemontesi in particolare; sono sicuri. Da tempo vige il divieto di utilizzare farine di origine animale per l’alimentazione dei bovini e i capi subiscono un elevato numero di controlli; dal momento della macellazione al momento in cui la carne giunge sui banchi del supermercato.

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