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Daria Procchio; casalinga; 36 anni; un figlio piccolo; condannata in abbreviato a novembre 2010 per detenzione di cocaina a scopo di spaccio a 3 anni e 4 mesi; è stata assolta per non aver commesso il fatto dalla Corte d’Appello. I giudici torinesi hanno accolto in pieno la tesi del difensore Rosella Monti forte anche di sentenze della Cassazione.«C’è reato solo fornendo un contributo partecipativo morale o materiale alla condotta criminosa altrui». Mentre lei fu condannata «per il solo fatto di abitare nella stessa casa del marito; col quale i rapporti erano ridotti a pura formalità tant’è che dormivano in camere separate e il cui nome mai è stato fatto dai vari clienti». Confermata la condanna (4 anni e 4 mesi) all’uomo; Renato Kllapi; operaio ventottenne di origine albanese; che al processo di primo grado aveva scagionato la Procchio definendosi unico responsabile di un traffico di droga. La donna; da oltre un anno ai domiciliari; è tornata libera. Abitava inun alloggio di viale Milite Ignoto in cui la polizia fece irruzione nell’aprile 2010

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